Rough Combo, la recensione di “The basement tapes”

roughRough Combo è il nome di un piccolo gruppo musicale campano  ruvido, “grezzo”, selvaggio” aperto alle contaminazioni più recondite ma insite, al contempo, nell’animo del blues. Max Pieri, basso e voce,  Michele Murante al sax e Oscar Pisanti alla batteria hanno dato vita ad un progetto discografico intitolato “The basement tapes”. Che la cosa abbia a che fare con l’omonimo lavoro di  Bob Dylan and The Band pubblicato nel 1975, o meno, salta subito all’orecchio la voglia di lasciarsi andare alla corrente delle note senza se e senza ma. Le contaminazioni presenti non sono frutto di forzature: la massiccia presenza del sax in “Useless hours” conferisce una forte personalità al brano il quale, fa, tuttavia, fatica a trovare la connessione perfetta con le tracce che seguono. “Feet never tell lies” segnano l’andatura maschia del brano che, in maniera schietta, lascia il passo a “Salmon Blues”, il quale, dall’alto di un trascinante blues tribale, svetta su tutto il resto del lavoro conquistando l’ascoltatore con il suo ritmo ossessivo ed ancestrale. A chiudere l’ep dei Rough Combo è “A breeze of wind”: un sound duro, introverso e diverso dai precedenti lascia presagire un’interessante versatilità sonora. Si attendono nuovi sviluppi ed approfondimenti.

 Raffaella Sbrescia

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