‘Ricomincio da me’, il film con Jennifer Lopez

Certe sere o certi pomeriggi, hai la necessità di trascorrere del tempo nel totale relax e nella spensieratezza guardando un film senza grosse pretese. Quindi può capitare che, tra le varie opzioni cinematografiche, tu scelga una commedia americana, di quelle che il Cinema d’oltreoceano produce tre-quattro volte all’anno o poco più. Se poi nel cast c’è Jennifer Lopez allora non esiti, perché l’attrice di origini portoricane resta comunque una garanzia, nonostante qualche flop. E, difatti, Ricomincio da me non ha deluso del tutto le attese, almeno non le mie.

Ricomincio da me: recensione

Ricomincio da me è film sentimentale- romantico che unisce più tematiche passando da uno stile narrativo all’altro e creando così un calderone che ad un certo punto del film potrebbe spiazzare lo spettatore confondendolo.

Il troppo, si sa, storpia e in ìquesto lungometraggio i temi affrontati sono innumerevoli. Vengono tenuti insieme da un filo conduttore che è la vita di Maya (Jennifer Lopez), un’addetta alle vendite con molta arte e poca parte, che nel negozio in cui lavora non ottiene la promozione ambita perché scavalcata da un collega laureato ma meno esperto. Il figlio di una sua amica le inventa così un curriculum ad hoc, con tanto di fanpage e sito personale, che le fa ottenere un incarico in una prestigiosa azienda di cosmetici.

E qui si apre l’interrogativo intorno al quale ruota o dovrebbe ruotare tutta la commedia: vale più l’esperienza o il titolo di studio? Non si fa in tempo a rispondere che il regista Peter Segal vira su un altro argomento, molto in voga negli ultimi anni per la verità, che riguarda un’ipotetica incompatibilità tra carriera femminile e famiglia. Lo fa attraverso la relazione (solo abbozzata), tra la protagonista e il suo compagno (Milo Ventimiglia).

Ma ad un certo punto del film una sorta di colpo di scena, stucchevole anche se non molto prevedibile, mi spiazza senza creare alcuna empatia tra me e ciò che accade sullo schermo. Il risultato è che lo spettatore potrebbe non sentirsi partecipe né coinvolto anche se sorride per qualche battuta.

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Ricomincio da me, però, nonostante i difetti nella sceneggiatura, ha il merito di farci riflettere su quanto sia importante essere pienamente se stessi per poter realizzare ciò che si desidera. Le menzogne sono oggi una costante. Sui social ci inventiamo infatti un’identità che spesso non ci corrisponde solo per il gusto di apparire e di sembrare più cool, più esperti, più fashion, più intelligenti, più socialmente accettabili.

La macchina da presa segue la trasformazione di Maya fugacemente attraverso outfit raffinati e studiati a tavolino che ci rendono l’idea di quanto l’immagine sia importante ma solo se rispetta davvero il nostro essere… la nostra natura.

La commedia non brilla di luce propria né di inventiva. Niente a che vedere con film quali Il diavolo veste Prada, il quale trattava la tematica dell’incompatibilità tra un certo tipo carriera e amore con brio e leggerezza senza forzature addentrandosi in un contesto patinato e di carta pesta come quello della Moda.

Il film non risultava così stucchevole perché gli stili narrativi si mescolavano con una disinvoltura che rendeva la commedia briosa, intelligente e raffinata. A dimostrazione che questo genere, se ben fatto, oltre a divertire può anche creare empatia dandoci nuovi spunti di riflessione.

Trovi il film su Tim Vision in abbonamento. Il 15 settembre 2022 è in programmazione in prima serata su Canale 5. Maria Ianniciello

Ultimo aggiornamento 15 settembre 2022, ore 10.57

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