PAU MIRO`, DA BARCELLONA A NAPOLI

Una scena di Chiove – Foto di Fabio Esposito

Da Barcellona a Napoli per arrivare a Milano, in particolare al Teatro Expo. Questo il progetto “Barcellona e Napoli: il Teatro di Pau Mirò” della compagnia di Toni Servillo, con il lavoro linguistico e drammaturgico di Enrico Ianniello. La compagnia, che  ha trasferito due testi contemporanei del giovane drammaturgo catalano Pau Mirò dal Quartiere Gotico di Barcellona ai Quartieri Spagnoli di Napoli, propone due  rappresentazioni a Milano Jùcature (Giocatori) per la regia di Enrico Ianniello, in scena dal 10 gennaio 2012, e Chiove,  diretto da Francesco Saponaro, il 19 e 20 gennaio 2013.

Jucatùre

Una scena di Jucature

La vicenda dello spettacolo, vincitore del Premio Butaca 2012 per il migliore testo in lingua catalana, si svolge in un vecchio appartamento, intorno a un tavolo, quattro uomini giocano a carte. L’appartamento è il rifugio dove il fallimento è la regola, non l’eccezione. I soldi sono spariti da tempo, come qualsiasi possibilità di successo personale. Ma proprio sul punto di toccare il fondo, i quattro decidono di rischiare il tutto per tutto. Rouge et noir. E allora il gioco si fa pericoloso. «Come in Chiòve, ho ambientato la commedia a Napoli, anche se questa volta si tratta di un’ambientazione esclusivamente linguistica, senza riferimenti geografici precisi. Questa assenza di collocazione mi pare una cifra fondamentale dei quattro personaggi raccontati da Pau Mirò: quattro uomini di mezz’età», afferma il resgista Ianniello. Uomini senza nome, senza lavoro e senza un vero amore che li faccia bruciare di passione. Quattro uomini che si incontrano, in tempo di crisi, per mettere in gioco l’unico capitale che hanno a disposizione: la loro solitudine, la loro ironia, la loro incapacità di capire.

CHIOVE

Dopo numerosi premi ed una lunga tournèe con repliche a Milano, Napoli, Roma, Parigi (e a Madrid Francesco Saponaro ne ha diretto la prima versione con un cast spagnolo), lo spettacolo “rivelazione”, secondo l’Associazione Nazionale Critici Teatrali nel 2008, torna nella cornice del Teatro Studio.

«Al di là del successo internazionale e dei numerosi riconoscimenti che lo spettacolo ha avuto – sottolinea il regista Francesco Saponaro – ciò che mi sembra importante è l’attualità di Chiòve che ne ha fatto un piccolo caso. È il segno che anche il teatro d’arte e il lavoro sulla drammaturgia contemporanea possono sviluppare un repertorio”. Un’ambientazione iperrealista, dalle originarie ramblas di Barcellona al piccolo appartamento fatiscente nei Quartieri Spagnoli di Napoli, sposta l’intreccio di passioni dei tre protagonisti, immergendoli in una realtà sospesa tra le aspirazioni di normalità, il desiderio di riscatto e l’amarezza del presente. La vita della prostituta Lali e del protettore Carlo è solo sfiorata dalla civilizzazione di cui raccolgono le scorie, i modelli esterni e deteriori: dal cibo spazzatura dei fast food, alla droga, alla musica da bancarella. Le brame d’amore, i sogni di rivalsa sociale di Lali e la sua massima ambizione – sembrare normale – consumati dalla logorante convivenza con Carlo si ravvivano durante gli incontri mercenari con Davide. Ma la cultura e i libri, i versi dei poeti, gli aforismi dei filosofi, i quadri dei grandi musei, non si elevano oltre un meteorico vagheggiamento a margine di un rapporto mercenario e circoscritto alla lettura di un involucro di cioccolatino, nella poesia epigrafica dei Baci Perugina».

 

 

 

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