La Santa Lucia di Viviani: sguardi impietosi e risate amare

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Un momento dello spettacolo

Dopo il successo de “Lo scarfalietto” e “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, Geppy Gleijeses con Marianella Bargilli, porta in scena “A Santa Lucia” (Santa Lucia Nova) testo inedito di Raffaele Viviani. «Mi sono sempre chiesto – scrive Gleijeses – se Viviani fosse conscio della grandezza e dell’universalità del suo teatro. Anche se la risposta è ovvia: no! E comunque non sapeva certo che la sua opera sarebbe diventata col tempo oggetto di culto. Viviani, infatti, è stato pubblicato per la prima volta soltanto sette anni dopo la sua morte, e la sua opera completa trentasette anni dopo. Viviani era analfabeta, ma era un genio. Capita così che per inquadrare i suoi poveri numeri d’avanspettacolo, i suoi “tipi”, in una cornice drammaturgica si inventi esili fili conduttori, perlopiù “en plain air”, privilegiando il sottoproletariato. Così nascono le sue composizioni in versi, prosa e musiche. Questo genio (con Eduardo, ma su sponde opposte) del Teatro Napoletano, uno dei più grandi al mondo, ci ha regalato perle straordinarie. Eppure scopriamo che A Santa Lucia è un testo inedito».

La trama – La vicenda si sviluppa al Borgo Marinari, sotto Castel dell’Ovo e, con precisione, al Ristorante Starita. Qui cocottes, prostitute e nobili decaduti e ubriaconi, poeti in bolletta, “vastasi” di provincia che vengono sfruttati in città, si incontrano e si scontrano con i “luciani” gli abitanti del Quartiere di Santa Lucia, arrostiti dal sole, “nzuarati” dal mare, fermi nel tempo, che vivono vendendo ostriche e spighe di grano arrostite, ma non la loro dignità. Con una materia così incandescente e poliforme Gleijeses crea l’incanto: il mare di notte, la meraviglia del Borgo Marinari, la languidezza della sera d’aprile, facendo rivivere il testo e il pensiero di Viviani attraverso le azioni di una mondana d’alto bordo e il barcaiolo che si incontrano, si piacciono, ma non si innamorano, perché nei suoi testi non è concesso. Le classi non sono permeabili e l’amore è un lieto fine che Viviani non concede, nei suoi testi trovano posto, invece, risate amare, sguardi pietosi, graffi rabbiosi.

La tourné – Martedì, 11 marzo 2013, alle 19.39, e   sino al 17 marzo 2013, lo spettacolo sarà in scena alle Limone Fonderie Teatrali di Torino (via Eduardo De Filippo, angolo via Pastrengo 88, Moncalieri), nell’ambito del cartellone del Teatro Stabile di Torino. Per avere ulteriori informazioni sulla tourné clicca qui: http://www.teatrostabilecalabria.it/index.php?id=106#Date_santalucia

Scheda dello spettacolo –  Testo di Raffaele Viviani – con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli – regia Geppy Gleijeses – Teatro Stabile di Calabria/Teatro Quirino Vittorio Gassman.

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