Io sono Tempesta e il cinismo di una società che non dà ‘vere’ chance

Io sono tempesta: trama e recensione del film

Il divario tra ricchi e poveri e l’amara consapevolezza che questa divergenza non si potrà mai colmare al centro del film Io sono Tempesta che pone l’accento su un personaggio di pirandelliana memoria, con una sorta di umorismo amaro che annichilisce lo spettatore. Il protagonista si è posto sul proprio volto la maschera del cinismo, del male affare, della truffa e forse per un unico obiettivo: dimostrare al padre, che lo criticava aspramente già nella culla, il suo valore. Perché diciamocelo ciascuno cerca di reagire come meglio può alle carenza d’amore.

E poi c’è l’aspetto, non di poco conto della giustizia e dell’equità sociale, in una realtà dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Eppure la giustizia a volte fa il suo corso, tra una mazzetta e l’altra.

Io sono Tempesta

In Io sono Tempesta Daniele Luchetti affida la parte del personaggio principale a Marco Giallini, non nuovo a questo genere di  ruoli (ricordate il cardiologo di Se Dio vuole?), che si cala in questi panni alla perfezione regalandoci una performance di alto spessore! Gli fa da spalla un grande Elio Germano, nel ruolo del padre di famiglia finito in rovina.

Io sono Tempesta ci dimostra che dopotutto, nonostante le divergenze i poveri, se diventassero ricchi, vivrebbero comunque di menzogne, di espedienti perché la natura è la stessa. Ed è proprio qui che il film forse presenta, a mio avviso, delle pecche: il denaro si può fare solo con la truffa e la vocazione conta molto poco.

Un pessimismo cronico…

C’è dunque un pessimismo cronico sulla nostra società che attraversa tutto il film e che si ridimensiona con un finale agro-dolce. Numa Tempesta è un ricco uomo d’affari che, a causa di alcune malefatte, deve scegliere tra la galera e un anno di servizi sociali in un centro per poveri. Opta per la seconda.

Ci si aspetterebbe un andamento diverso, magari una sorta di mea culpa del protagonista che però non avviene perché sarà quest’ultimo ad attrarre nel proprio mondo gli strampalati utenti della struttura. Tuttavia Numa dovrà fare i conti con la donna che gestisce il centro (Veronica Danco). Numa cerca di corromperla con le belle parole ma mai mentire ad una donna incazzata con il mondo e con i ricchi… Maria Ianniciello

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