Intervista a Roberta Carrieri: la “corsara dell’amore”

Roberta Carrieri © Francesca La Croce
Roberta Carrieri © Francesca La Croce

Roberta Carrieri è una cantautrice pugliese dalla personalità molto forte. La sua passione per il canto, mista a quella per il disegno ed il teatro fanno di lei un’artista poliedrica, pronta a mettersi in gioco nei più svariati contesti. “Relazione complicata” è il titolo del suo ultimo lavoro discografico e, in virtù del suo interessamento alle dinamiche interne ai rapporti affettivi difficili, Roberta ha lasciato i brani contenuti in questo disco assumessero i tratti principali di questa tematica, rivestendoli di ironia.

 

Roberta, il tuo percorso artistico è davvero molto variegato, oltre alla musica ti sei avvicinata molto anche al mondo del teatro. Ti va di ripercorrere insieme le tappe del tuo cammino?

Certo, nasco come cantante all’età di 15 anni poi mi sono avvicinata al teatro con il Teatro Kismet Opera. All’epoca sentivo che l’espressione teatrale fosse la forma d’arte più completa. In seguito ho unito la passione del canto alla teatralità, acquisita in precedenza, nel gruppo- musical teatrale Quarta Parete, le nostre erano vere e proprie coreografie sottoforma di concerto. Con il tramonto di quel progetto, ho dovuto rinunciare alla teatralità, avevo con me la chitarra per cui ero limitata nella gestualità e ho imparato a sfruttare meglio questa mia attitudine attraverso l’uso della voce.

Nel progetto “Tres!”con Davide Zoffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti), hai integrato disegno e musica. Quanto è forte, per te, il legame tra suono e immagini?

Quest’esperienza è stata davvero speciale, il progetto di Davide era la traduzione in musica e parole di una graphic novel attraverso delle canzoni che narravano di un paese sudamericano immaginario. Mentre io cantavo, lui disegnava in tempo reale; per me era la prima volta e mi sono davvero emozionata nel vedere che i miei suoni erano in grado di acquisire una propria forma di vita attraverso delle immagini.

Cover_Relazione Complicata_bA cosa ti sei ispirata per l’album “Relazione complicata” e cosa intendi con l’espressione “dipendenza affettiva”?

Questo disco nasce dopo una lettura che mi ha incuriosito molto. Si tratta del libro della psicologa americana Robin Norwood “Donne che amano troppo”. Naturalmente io ho interpretato questa tematica in modo più ironico. La tendenza a relazionarsi agli altri in maniera dipendente è frutto di un qualcosa di distorto che si tende a ripetere nel tempo. Nel mio album ci sono alcuni brani emblematici come ad esempio “Una specie di fidanzato” o “Il valzer dei tre giorni” o, ancora  il brano autobiografico intitolato “Cadillac” che parla di una proposta di matrimonio che ho realmente rifiutato.

Nel video del brano intitolato “Ragazze stupide” sei una “corsara dell’amore” e hai dichiarato che si tratta della rivisitazione del brano “Stupid Girl” di Miss L. Ci spieghi cosa intendi comunicare in questa canzone?

L’espressione “corsara dell’amore” viene dal mio look da piratessa. Parlo di storie complicate ma mi diverte l’idea di essere buffamente sexy. “Stupid Girl” di Miss L. è una canzone che di solito suonavo per me poi l’ho riscritta in italiano e ho incentrato il brano sull’immagine di ragazze troppo intraprendenti, che ridono troppo forte e che finiscono per far scappare gli uomini. Nel testo della canzone dico che queste ragazze “non sono come me” mentre è intendo esattamente il contrario.

Hai cantato molto spesso all’estero in paesi come Francia, Belgio e Usa. Quali sono state le esperienze che ti hanno lasciato il ricordo più intenso?

Devo dire che tutti i miei live all’estero sono stati davvero divertenti e avventurosi. Quando ho tenuto un workshop nella riserva indiana del Navajo, negli Usa, sono rimasta molto colpita dal pubblico che mi ha riservato un’accoglienza davvero ricettiva e spontaneamente calorosa. In Francia, invece,  il pubblico è molto attento, si potrebbe cantare anche senza microfono. Sui palchi delle città francofone cerco sempre di coinvolgere il pubblico con degli intermezzi parlati nella lingua autoctona per spiegare le mie canzoni ed instaurare un rapporto più intimo e diretto con il pubblico.

Che progetti hai in ballo per il futuro?

A gennaio terrò vari concerti in tutta Italia: a Milano, in Toscana, a Rimini, Terni, San Benedetto del Tronto mentre a Febbraio torno in Francia per un workshop incentrato sulla canzone tradizionale del Sud Italia, si tratterà di un viaggio attraverso la pizzica, la tammurriata e le ballate tipiche dell’area meridionale del paese, senza dimenticare che cercherò di insegnare al pubblico una canzone di Brindisi. A marzo, infine, parteciperò ad un laboratorio, a cavallo tra spettacolo e teatro, dedicato alla canzone d’autore.

Raffaella Sbrescia

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