HOMO FABER, STORIE DI VITA E DI LAVORO

Laura Curino

Laura Curino, dopo il successo di Mani grandi senza fine, torna al Piccolo Teatro con Homo Faber, Storie di vita e di lavoro. Lo spettacolo va in scena per un’unica eccezionale recita a ingresso libero martedì 26 giugno alle 21, nel Chiostro di via Rovello 2, nell’ambito di “Fondata sul lavoro”, manifestazione dedicata ai temi dell’occupazione che si svolge a Milano dal 26 al 29 giugno. La “quattro giorni” di incontri in vari luoghi di Milano – che coinvolge un centinaio di relatori tra economisti, esponenti del Governo, sindacalisti e imprenditori – è promossa dal Comune di Milano e dal Diario del Lavoro sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica con l’obiettivo di proporre Milano come “hub”, incubatore di pensiero, per un contributo concreto nell’individuazione dei punti deboli e dei punti di forza di una nuova politica nazionale del lavoro.

Lo spettacolo Homo Faber è una scelta di letture che hanno come filo conduttore il lavoro. “Da anni questo tema domina i miei testi teatrali, mi affascina per la portata storica, sociale e culturale che lo caratterizza”, spiega Laura Curino. «L’ho affrontato attraverso le vicende di grandi imprenditori / innovatori e attraverso le storie di semplici operai, contadini, artigiani i cui nomi da soli non significano altrettanto, ma le cui opere e il cui pensiero collettivo hanno cambiato la vita del nostro Paese».

«Un esempio per tutti – aggiunge Laura Curino – Mani grandi senza fine, nascita ed ascesa del design a Milano, nella stagione appena conclusa in stagione al Piccolo Teatro Studio, è insieme storia di grandi designer e dei loro oggetti, storia di una città e storia di un radicale cambiamento del gusto e dei comportamenti degli italiani».

Homo Faber, in questo spirito, è composto da testi che raccontano il lavoro di ieri (Primo Levi e Nuto Revelli), il non-lavoro di oggi (Maria Antonia Fama, Incorvaia & Rimassa, Oliviero La Stella, Antonio Menna, Francesco Targhetta,  Eleonora Voltolina,) e cerca, attraverso un ponte con il passato (il pensiero di Camillo e Adriano Olivetti) di costruire energia per il futuro.

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