Cinecittà, la storia della Fabbrica dei sogni

cinecittà “Cinecittà” è un sogno diventato realtà. E` una leggenda italiana nel mondo. E` il meglio di quello che l’Italia ha saputo produrre grazie al talento di cineasti italiani (e non) che negli studios hanno girato i loro film, come racconta lo stesso Christian De Sica nel fortunato musical teatrale “Cinecittà”, nel quale parla anche del padre, Vittorio, maestro del Neorealismo, quel movimento che interessò più ambiti e che raccontava con la forza della macchina da presa la realtà ostica del secondo dopoguerra. Vittorio lo fece con “Sciuscià” e vinse l’Oscar. Lo rifece con “Ladri di biciclette” e si aggiudicò di nuovo, a distanza di due anni, la prestigiosa statuetta, conquistata poi nel 1965 con “Ieri, oggi, domani” e nel 1972 con “Il giardino dei Finzi – Contini”. Ma Vittorio De Sica amava fare le sue riprese all’aperto, lontano dagli Studios. Cinecittà a quel tempo era il centro nevralgico della cinematografia mondiale e aggregava a Roma registi e attori provenienti da tutto il mondo. Inaugurata il 28 aprile 1937, la Fabbrica dei Sogni compie oggi 77 anni e, nonostante stia attraversando un periodo non proprio roseo, il suo mito resta intatto tanto che Google gli ha dedicato un doodle, senza il quale forse questa data sarebbe passata inosservata.

Liz Taylor in Cleopatra
Liz Taylor in Cleopatra

Mussolini fece costruire gli Studios proprio perché vedeva nel cinematografo uno strumento di propaganda, poi in pieno conflitto mondiale varò la legge Alfieri (il 6 giugno 1938), con la quale bloccò le frontiere della distribuzione cinematografica estera. Con il Fascismo nacque anche il doppiaggio così come lo conosciamo oggi. Ma fu tra gli anni Cinquanta e Sessanta che Cinecittà diventò “La fabbrica dei sogni”. Con  tremila film girati (Bellissima di Luchino Visconti, Cleopatra con Liz Taylor, La dolce vita di Federico Fellini e tanti altri) ha dato lavoro e opportunità a migliaia di persone che qui potevano esprimere la loro creatività. Oggi è sede di alcune produzioni televisive e di recente Carlo Verdone ha utilizzato lo Studio 15 per la sua commedia “Sotto una buona stella”.

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto