Caserta, in scena Malammore e La scimmia dell’Accademia


Si preannuncia un fine settimana intenso per il Teatro Civico 14 di Caserta. Il piccolo Teatro di vicolo della Ratta ospita infatti due appuntamenti. Venerdì 13 Aprile alle 21 una giovane coppia di attrici napoletane (Ilaria Cecere e Annamaria Palomba) sarà protagonista dello spettacolo “Malammore”, che racconta la tragica vicenda di due famiglie della malavita napoletana che si fanno guerra da tempo. Dato il troppo sangue inutilmente versato, il boss di una delle due famiglie, la “Madre di Tonino”, propone e organizza il patto di sangue tra i clan, attraverso il matrimonio fra suo figlio, futuro capo dell’ alleanza, e Rosaria, figlia del boss del clan rivale. Tutto procede secondo i piani, ma questo matrimonio strategico non può cancellare una vita passata nell’odio reciproco, gli amici e i parenti scannatisi a vicenda. Rosaria infatti non cede alla ragione politica dell’alleanza, la sua furia non riesce a piegarsi al servizio di una causa che la violenta nell’intimo. Intraprende così una ribellione solitaria e silenziosa, affidandosi alla Madonna di Pompei, sorta di alter ego divino, giustiziera suprema e onnipotente a cui si rivolge in preghiera perché uccida l’odiato consorte. Lo spettacolo è scritto e diretto da Ilaria Cecere.

Sabato 14 aprile , alle 21, e domenica 15 aprile, alle 19, sarà la volta della compagnia Arétè Ensamble di Bari con una “Scimmia all’Accademia”, spettacolo tratto da Kafka per la regia di Jean-Paul Denizon. Denizon è stato attore e aiuto regista di molti spettacoli di Peter Brook. Vent’anni fa aveva curato la regia dello stesso spettacolo interpretato da un grande del teatro italiano, Roberto Herlitzka. La pièce che vede in scena l’attore Saba Salvemini racconta di una buffa scimmia che si reca all’Accademia per raccontare come è stato imprigionato dagli uomini e da loro educato fino a diventare una star. E’ buffa questa scimmia che ha preferito essere integrato nella nostra società invece di ritornare alla libertà in mezzo alla natura: costrizione, disciplina di ferro e frusta è la sola risposta da opporre all’illusione della libertà, perchè non si tratta soprattutto di essere libero, ma di “uscirne”. Buffo anche questo desiderio, che lui pensa di aver realizzato, di essere un buon europeo medio, che si cristallizza nella riconoscenza sociale e nella degustazione di un buon vino rosso…
“Dopo essersi divertito della storia di un altro, neanche umano, aver riso della futilità, assurdità, della vanità stupida di una scimmia, comprendiamo all’improvviso che si tratta di un nostro fratello… di noi stessi” scrive Denizon.

11 aprile 2012 – ore 15.30

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