Alexandra Lange: quando l’amore è sbagliato. Uccise il marito dopo anni di violenze

Esistono amori sbagliati, come quello di Alexandra Lange, che martorizzano il corpo creando una ferita ben più profonda la quale è più difficile poi da sanare. Definire un rapporto del genere con la parola Amore è ovviamente una provocazione perché questo sentimento, quando è autentico, anziché distruggere crea. In genere nella coppia la vittima è quasi sempre la donna, forse perché considerata, a torto, più debole e più malleabile.

A mio avviso nessun essere umano adulto dovrebbe dipendere economicamente da un altro perché già questo meccanismo innesca un disequilibrio che inevitabilmente minaccia l’autenticità del rapporto. Ci sono casi estremi, in cui una donna soccombe di fronte al suo carnefice e non trova la forza né la motivazione per uscire da questa dinamica fino a quando qualcosa non la scuote per davvero e allora la violenza genera altra violenza.

La vicenda di Alexandra Lange ha fatto il giro del mondo anche grazie al film L’amore sbagliato, che è andato in onda, in prima serata, su Rete Quattro il 5 luglio 2018, nell’ambito dell’appuntamento estivo Cinema Verità. La Mediaset, dunque, sta dedicando spazio a tematiche di interesse sociale e una pellicola di questo tipo è sempre necessaria. Diretto da Jean-Claude Romer, il film con un realismo impressionante – che coinvolge lo spettatore, annichilendolo per la drammaticità della trama – racconta la storia vera di una donna, madre di quattro figli, che uccide il marito dopo ben quattordici anni di abusi sessuali e psicologici.

Tra pugni e sberle, la macchina da presa del regista francese non si risparmia mai e, grazie a un montaggio efficace, ci riporta indietro nel tempo quando Alexandra Lange si faceva manipolare da un uomo che da subito appariva come psicolabile nonché incapace di gestire la rabbia e di provare una forma di tenerezza verso i figli e verso la moglie. Il film non accusa, perché si limita a documentare facendoci porre delle domande: che cos’è che impedisce a una donna di ribellarsi? Sicuramente la mancanza di autostima e di indipendenza. Fa specie anche il fatto che Alexandra non accetti l’aiuto del padre e del fratello, pronti comunque a sostenerla. Cos’è che la trattiene? Masochismo? Non credo.

E a tal proposito L’amore sbagliato ci fa meditare sui difetti di una società che non è capace di proteggere davvero le donne in difficoltà che spesso hanno anche paura di ritorsioni. Il monologo finale del pubblico ministero mi ha sconcertata. Il cinema francese, dunque, abbatte ogni cliché per narrare una vicenda raccapricciante.

lexandra Lange l'amore sbagliato
Una scena del film

Per approfondire. Violenza sulle donne: i nuovi dati Istat

 Proprio questa mattina l’Istat ha diffuso il Rapporto SDGS 2018. Nel paragrafo dedicato alla parità di genere si legge: “Diminuisce la violenza sulle donne, ma ne aumenta la gravità rimanendo invece stabile la violenza estrema. Emergono importanti segnali di miglioramento: sono infatti in calo sia la quota di donne che hanno subito violenza fisica o sessuale da partner e ex partner, sia la quota di donne che hanno subito violenza fisica o sessuale dai non partner. Restano però stabili la quota di donne vittime di violenza estrema (stupri e tentati stupri) e quella relativa alle forme più efferate di violenza (uso o minaccia di usare una pistola o un coltello). Le violenze risultano inoltre mediamente più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite cosi come risultano in crescita la quota di donne che affermano di aver temuto per la propria vita”.

C’è disparità anche per quanto riguarda il lavoro domestico e di cura non retribuito che è circa 2,6 volte quello degli uomini (era più del triplo nel biennio 2002-2003). “Nonostante questo miglioramento, nel 2013-2014 l’Italia presentava il divario di genere più elevato fra tutti i paesi europei con dati disponibili”, si legge nel documento pervenutomi. E per quanto riguarda il rapporto, sempre nel 2017, tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e il tasso di quelle senza figli continua ad essere basso, benché sia migliorato negli anni”. I segnali sono incoraggianti ma bisogna insistere.

Cercare le cause dei problemi non aiuta ad arginarli anzi li alimenta. Ritengo che bisognerebbe calarsi al contrario nei panni altrui prima di giudicare e allora sì che magari la prospettiva cambierebbe. La storia di Alexandra Lange, raccontata in modo brillante nel film L’amore sbagliato, ci fa capire che il sistema dovrebbe essere più attento alle istanze delle donne che spesso non sanno a chi rivolgersi oppure per paura, per senso del pudore e quindi per il timore di essere giudicate evitano di chiedere aiuto alle persone care.

Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista

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