Torino, Salone del libro: Stefano Benni incanta tutti

Salone del libro“Bene in vista” è lo slogan che campeggia ovunque qui nel Salone Internazionale del Libro di Torino, ospitato per la ventisettesima edizione negli enormi locali del Lingotto Fiere. Bisogna subito dire che, a primo impatto, l’entrata del bellissimo Padiglione 1, riservato agli editori indipendenti, è quanto di più bello e accogliente si sia visto negli ultimi anni alla kermesse della cultura piemontese. Il sole caldo mi ha accolto nella tarda mattinata quando ho cominciato a girovagare per gli antri, prima della sala stampa e poi degli espositori. Il primo appuntamento in agenda era quello con l’intervento di Stefano Benni che, alle 18 di ieri 8 maggio, ha intrattenuto una platea esageratamente numerosa (tanti giovani, fortunatamente) presentando il suo nuovo libro, “Pantera”, edito da Feltrinelli, uscito nelle librerie da soli cinque giorni. La fila è valsa la pena, perchè il bravissimo scrittore, ma anche autore teatrale, ha incantato tutti. Pantera è il nome di una ragazza, che apre il mondo delle sale da biliardo, metaforicamente un luogo in cui è necessario scendere in basso, in un universo fumoso e fortemente maschile. Si scende in un mondo di leggenda, forse ambientato nei primi anni 60, ma anche no. La sfida con una stecca in mano: al destino, tra giocatori, ai “sogni che cadono come capelli”. Lei vuole diventare la Dea di quel posto e ci riuscirà. Legge alcuni brani l’autore, e il silenzio assorto regna tra le sedie della Sala Rossa. L’Accademia dei tre Principi è il nome di quel luogo immaginario e i tre Principi sono tre biliardi destinati a pochi eletti. Non è la prima volta che Benni tratta personaggi femminili, anche nel teatro spesso affida le sue idee ad interpreti donne. «Le attrici – spiega – hanno una maggiore grazia nel gestire un registro che vari dal comico al drammatico. Gli uomini solitamente temono i silenzi. Loro invece non hanno questi problemi».

Stefano Benni
Stefano Benni

Poi si spinge decisamente in ambito teatrale (e qui il vostro cronista ha un sussulto), affrontando l’importanza delle pause, del silenzio che diventa cielo stellato per la sua bellezza, contrapponendolo all’ “ossessione della risata che ha creato una comicità meccanica e quindi la tristezza delle risate finte, forzate. Il comico deve sorprendermi, altrimenti non fa ridere!” Rispondendo a delle domande poste da due adolescenti sul futuro, ha concluso il suo intervento rispondendo che «due personaggi, come quelli nel libro, che lottano, già cambiano il loro futuro. Chiamiamo destino ciò che noi costruiamo, un po’ come coi libri. Sono le pagine che scriviamo noi». Continuando la giornata, molto interessante e divertente è stato imbattersi, nello spazio della Regione Piemonte, nella presentazione di due giovani autori, voci indipendenti, del loro “Dal big bang alla civiltà in 6 immagini”, un cammino nella storia del mondo supportato da suggestive proiezioni e brillanti spiegazioni scientifiche. Amedeo Balbi e Antonio Pascale i loro nomi.

PanteraIl bello del Salone è la sorpresa dove non te l’aspetti, magari un open space in cui incontri poesia, competenza, spettacolo. E’ il dessert che arriva quando pensi che non ci sia più nulla di buono da assoporare. E dulcis in fundo è stato, col momento spettacolare di Alessandro Preziosi che, nella enorme Sala Gialla, ha letto ed interpretato con grande forza espressiva alcuni brani della Confessioni di sant’Agostino, a suggellare il lancio sul mercato di un libro (con cd) edito da Città Nuova. Poesia, grande spiritualità, un magico momento che chiude questa prima giornata poco prima delle 22. Scende la notte su Torino, ma il cronista per caso è già proiettato verso un venerdì di grandi appuntamenti.

Paolo Leone

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