STORIA E CULTURA DEI NATIVI AMERICANI IN MOSTRA A FIRENZE

Collezioni del Gilcrease Museum - beniculturali.it

Nel 2012 ricorre il quinto centenario della morte, a Siviglia, di Amerigo Vespucci, da cui prende il nome il continente americano. Firenze, che lo vide nascere il 18 marzo del 1454, ha deciso di allestire una grande mostra sugli usi e costumi dei nativi d’America, ed in particolare delle terre del nord, in cui i coloni bianchi penetrarono a partire dal Seicento fino a tutto l’Ottocento. L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 9 dicembre 2012, è l’occasione per ricordare il grande navigatore fiorentino che fu uno degli scopritori del continente, ma soprattutto colui che gli conferì il nome. Veri protagonisti della mostra, i nativi americani con la loro storia e la loro cultura.

Per l’attuazione di questo ambizioso progetto, la Soprintendenza si è rivolta al Gilcrease Museum di Tulsa, in Oklahoma, uno dei musei più importanti per la storia del continente nord-americano e il più grande al mondo per le collezioni di arte e artigianato delle popolazioni del West americano. Fondato nel 1949 dal petroliere Thomas Gilcrease, della nazione Muscogee (Creek), il museo costituisce un ‘unicum’ nel panorama museale americano per l’eccezionale ricchezza delle sue collezioni raccolte in gran parte dal suo fondatore, animato da un profondo interesse per la storia dei suoi antenati e delle altre popolazioni di nativi, e dalla ferma convinzione, in controtendenza, che la loro arte e la loro cultura dovesse essere conservata e valorizzata.

L’esposizione di Firenze, la prima in Europa per quantità e qualità di opere presentate, contribuirà a sfatare il mito degli ‘indiani’ come oppositori all’avanzata della civiltà e del progresso. Attraverso vedute di territori sconfinati in fotografie e dipinti, oggetti di uso comune e quotidiano, armi, abiti e suppellettili, sarà possibile, per il visitatore, penetrare nella vita di tutti i giorni di quei popoli, gli uomini e i guerrieri, fuori a caccia del bufalo e con le loro famiglie negli accampamenti o nei villaggi, a contatto con una natura fatta assurgere a prima ispiratrice della loro religiosità.

La mostra è suddivisa in due sezioni: una più storica nell’Andito degli Angiolini, l’altra a carattere più antropologico alla Galleria del Costume. Ad accogliere il visitatore nell’Andito degli Angiolini è un nucleo di ritratti ad olio e fotografici di solenni capi e membri di varie tribù. Fra gli autori più rappresentati in questa sede è il famoso fotografo e antropologo, Edward Sheriff Curtis, noto come “l’Acchiappa-ombre” per la particolarità dei suoi soggetti. Nel corso della sua carriera trentennale, iniziata nel 1900, Curtis realizzò circa 40.000 scatti, raccogliendo preziose informazioni di tipo etnografico da oltre ottanta tribù – dagli Eschimesi o Inuit dell’estremo nord agli Hopi del sud-ovest – e immortalando le sembianze di molti capi importanti e famosi, come Geronimo, il Capotribù Joseph e Nuvola Rossa.

Alla Galleria del Costume si troverà esposta una vasta selezione di manufatti delle varie Nazioni indigene: oggetti d’uso e cerimoniali, i famosi “caschi piumati”, ovvero copricapi di penne da cerimonia e da battaglia, vasellami, armi, gioielli di varie forme e materiali, splendidi abiti in pelle animale con vivaci decori realizzati il più delle volte con perline di vetro dai colori brillanti, e altri capi d’abbigliamento maschile e femminile. A seguire dipinti della seconda metà dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, opera di artisti americani di formazione europea quali William Robinson Leigh, Joseph Henry Sharp, George Catlin, che celebrano la bellezza dei paesaggi dell’America incontaminata con imponenti montagne, le vaste foreste e la presenza di quei popoli primitivi che continuavano uno stile di vita che andava scomparendo a causa dell’inevitabile avanzare verso ovest delle nascenti città e della loro industrializzazione.

La mostra – a cura di Hermann J. Viola e Robert B. Pickering – è stata promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria del Costume di Palazzo Pitti, il Gilcrease Museum di Tulsa, (Oklahoma), Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il biglietto per la mostra costa 10,00 Euro e consente l’ingresso oltre che alla Galleria del Costume al Museo degli Argenti, al Giardino di Boboli e al Giardino Bardini.

Orari:
aperto tutti i giorni ad eccezione del primo e dell’ultimo lunedì del mese
luglio e agosto: 8.15 – 18.50
settembre e ottobre: 8.15 – 18.30 (con il passaggio all’ora solare chiusura alle 17.30)
novembre e dicembre: 8.15 – 16.30

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