Roma: Più libri, più liberi. Reportage da Palazzo Congressi

A spasso tra gli stand della Fiera “Più libri, più liberi 2014”, allestiti al Palazzo Congressi di Roma. Il reportage della nuova edizione, con il programma. 

stand Più libri, più liberiE’ tempo di leggere! Questo il motto che campeggia ovunque al Palazzo dei Congressi di Roma, storica sede da ormai tredici edizioni, della Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri più liberi”.

L’inaugurazione, giovedì mattina, 4 dicembre, alla presenza delle autorità nello spazio del Caffè letterario. Manifestazione molto cresciuta e migliorata nel corso degli anni, è un appuntamento consolidato tra le tante kermesse culturali italiane, un vero e proprio momento di riflessione posto in un periodo particolarmente significativo per il mercato editoriale, quale la prossimità delle festività natalizie. Promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, la Fiera torna a proporre una vasta panoramica sulle realtà editoriali nazionali.

Un interesse crescente, almeno a giudicare dalle presenze del pubblico, 54mila nell’edizione precedente. Il primo giorno è sempre il più tranquillo e quello in cui ci si può muovere meglio all’interno della bella struttura del Palazzo dei Congressi.

Buona organizzazione, personale pronto a fornire indicazioni, tanti espositori, tantissimi, che come argutamente mi ha suggerito il grande musicista Bruno Aprea, incontrato al bar della Fiera, è uno «sfarzo culturale che fa a pugni con la situazione reale del Paese».

I Saloni, le Fiere di questo genere sono sempre ricche di incontri sorprendenti e stimolanti, ma il clou dell’interesse sono sempre gli appuntamenti nelle sale dedicate alle presentazioni dei libri e allora il primo evento che mi ha attratto è stato quello organizzato nella Sala Turchese con il professor Carlo Ferrucci, un luminare sulla figura di Giacomo Leopardi. Docente di Storia dell’Estetica all’Università di Roma – Tor Vergata e autore di diversi saggi sulla figura del poeta di Recanati, ha presentato un suo testo teatrale, edito da Liberilibri, dal titolo “Di libertà l’amore”.

stand Più libri, più liberiRelatore dell’incontro, Emanuele Faina, regista teatrale e direttore artistico del Teatro Arvalia di Roma. «E’ un testo – ha spiegato Faina – che fu scritto e anche rappresentato nel 1998 e che vorremmo rimettere in scena soprattutto per le scuole. C’è un interesse alto per Leopardi, anche grazie al film di Martone, ed è un interesse per un personaggio che è molto di più rispetto a ciò che solitamente ci viene insegnato ancora oggi nelle scuole. Leopardi fu accusato – ha continuato il Ferrucci – di pensare talmente tanto, da arrivare al fondo della condizione umana. La centralità di questo mio testo è proprio sul Leopardi pensatore, sacrificato e ridimensionato all’epoca dall’accusa di essere troppo filosofo.

Carlo Ferrucci libro

A mio parere, proprio questo suo aspetto ne ha determinato la grandezza poetica. La profondità lirica è strettamente connessa alla profondità del pensiero. Perché un testo teatrale su di lui? Dopo tutti i miei saggi, mi sentii in debito nei suoi confronti», continua Ferrucci, prima di aggiungere: «Gli dovevo qualcosa di più! I suoi scritti, non solo nello Zibaldone, sprigionano vita! Come rappresentare tutto questo se non nel teatro? Il teatro è un’arte, come la musica, con cui lo spettatore assiste alla creazione in divenire dell’opera.

Un contagio creativo. Solo il teatro può fare più della poesia, perché ci restituisce con maggiore completezza la grande vitalità delle sue opere. Di libertà l’amore, un verso che Giacomo scrisse dodicenne, una filastrocca in cui il significato è il desiderio dell’uccellino in gabbia che lui si portava dietro nei suoi viaggi».

Dopo aver elogiato Martone per il coraggio nell’affrontare in un film una figura che tanti non si sono sentiti in grado di rappresentare, il professor Ferrucci ha concluso precisando che «il pensiero di Leopardi, il suo ragionamento, a mio parere, non è indotto dalla malattia. Non si dovrebbe parlare del suo cosiddetto pessimismo ma di tragicità dei suoi ragionamenti. In questo testo ho lavorato su tre aspetti: libertà del suo pensiero, critico, irriverente. Libertà esistenziale, dalla sfera domestica. Libertà dell’immaginazione. Lo sforzo è quello di dimostrare che poesia e pensiero sono inscindibili».

Girovagando per i padiglioni della Fiera, si scoprono piccole curiosità come una presentazione nello Spazio ragazzi, dedicata ai bambini, di un libro illustrato sulla storia di Miles, il cane bassotto salvato alle Bahamas dall’autrice Laura Grassi Guida (Valentina Edizioni – Bauhamas, la storia di Miles) e in cui la voce narrativa di alcuni brani è quella dell’attrice Daniela Poggi, divertita dall’insolito compito. milesIl tempo di tornare verso le sale conferenze, di scorgere il celebre vignettista Zerocalcare, amatissimo dai giovani, e mi immergo nei racconti del grande Glauco Mauri, uno di quegli attori che non è sacrilegio definire un mito, che nella Sala Rubino, accompagnato dal giornalista e autore Marco Tesei, presenta il libro “Il mestiere dell’attore”. Frutto di lunghissime ore di colloqui, il libro è il primo di una collana della Nuovadimensione editore, Maestri.

«Dedicata ai grandi vecchi del cinema, del teatro, dell’arte in genere, anche dello sport – spiega Tesei – che hanno dato lustro all’Italia. Non è una collana di biografie, quanto piuttosto di periodi storici, vuole essere uno strumento per chi desidera conoscere meglio personaggi di cui magari si è sentito parlare. La definirei una collana di persone giuste che si sono aperte a 360 gradi. Questo in particolare, è il romanzo di una parte della nostra storia che coincide con la vita di uno splendido ottantaquattrenne come Glauco Mauri». L’incontro con il grande attore pesarese è stato ricco di aneddoti gustosi sulla sua carriera teatrale, ininterrotta dal 1952 ma iniziata molto prima, sin dall’età di 12 anni.

Glauco MauriIl pubblico, assorto e incantato dalla bella voce di Mauri, ha ascoltato in religioso silenzio i suoi racconti di vita, di teatro, le sue considerazioni su quelli che saranno gli ultimi giorni. Tenero, toccante, di grande delicatezza nei confronti di tutto e tutti, Mauri ha chiosato: «E’ meglio essere cani che mediocri. La mediocrità, la superficialità, sono delle metastasi. Ci sono giovani straordinari che mirano allo zero a zero. Chi non rischia non arriverà mai. Non so se questa mediocrità è indotta o meno dalla società, ma certo in un tempo in cui i rapporti umani sono affidati a dei tasti, il livello di umanità scende paurosamente».

Dopo aver raccontato tantissimi aneddoti sulla sua carriera, condotto con bravura da Tesei, Glauco Mauri ha congedato i presenti: «Non salgo sul palco, alla mia età, per dimostrare di saper recitare, ma per raccontare delle favole scritte da uomini, che parlano della vita. Arare il terreno della gente, questo è importante! Basta anche una sola persona a sera, ma che io possa incuriosire, offrirgli degli interrogativi, farlo vibrare nel profondo e ho raggiunto il mio scopo. Questo è il mio teatro». Cala il sipario sulla prima giornata della Fiera e ci si prepara per le seguenti, ricche di appuntamenti interessanti.

Più libri, più liberi 2014 – programma (scaricalo in pdf)

Paolo Leone

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto