PREMIO BANCARELLA 2012: VINCE “IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI”

Il mercante di libri maledetti - Newton Compton 288 Pag. € 9,90

Il mercante di libri maledetti si aggiudica il Premio Bancarella 2012. Giunta alla sua 60esima edizione, la manifestazione letteraria ha premiato il thriller medievale di Marcello Simoni, che ha superato per 97 voti a 80 La voce del destino di Marco Bitucchi. La finele del concorso si è tenuta domenica 22 luglio 2012. Il mercante di libri maledetti è da oltre sei mesi tra i primi 10 romanzi più venduti ed è rimasto nella top ten per 10 settimane, aggiudicandosi anche il Premio Letterario Emilio Salgari. È inoltre candidato al Premio Fiesole Narrativa Under 40 edizione 2012.

IL LIBRO – È il mercoledì delle ceneri dell’anno 1205. Padre Vivïen de Narbonne è costretto a fuggire, braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede qualcosa di molto prezioso, che non è disposto a cedere ai suoi inseguitori. Sono passati tredici anni da quel terribile giorno, quando Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie, riceve da un nobile veneziano l’incarico di mettersi sulle tracce di un libro molto raro, Uter Ventorum. Si dice che contenga antichi precetti della cultura talismanica orientale e permetta di evocare gli angeli e la loro divina sapienza. Inizia così l’avventuroso viaggio di Ignazio tra Italia, Francia e Spagna, sulle tracce di un manoscritto che qualcuno ha smembrato in quattro parti e accuratamente nascosto, proteggendolo con intricati enigmi. Ma il mercante non è l’unico a volerlo. Chi riuscirà per primo a scoprire dove si trova? E cosa saranno pronti a rischiare, tutti coloro che lo cercano, per svelare i suoi misteri?

Marcello Simoni, nato a Comacchio nel 1975, laureato in Lettere presso l’Università di Ferrara, ha svolto l’attività di archeologo, di catalogatore di beni culturali e di bibliotecario. Dopo aver pubblicato articoli di etruscologia e di archeologia, si è dedicato allo studio del Medioevo. Il mercante dei libri maledetti, pubblicato in Spagna nel maggio 2010, è il suo romanzo d’esordio, il primo di una trilogia. Oltre che alla scrittura, si dedica all’organizzazione di eventi culturali e letterari.

INTERVISTA A MARCELLO SIMONI

Marcello Simoni - © Stefano Balestra

COME È NATA L’IDEA DI QUESTO TUO PRIMO ROMANZO?
Volevo scrivere un romanzo storico che parlasse di uomini contraddistinti da valori (e non-valori) universali, cioè potenzialmente in grado di vivere in qualsiasi epoca senza mai smettere di osservare il mondo dalla loro prospettiva. Spesso il Medioevo ci viene descritto come un’epoca “buia”, una dimensione estranea non solo al pensiero, ma anche al concetto di individualità. Io invece credo che questo periodo, più di qualunque altro, abbia stimolato l’intelligenza e la curiosità degli uomini, soprattutto di studiosi e viaggiatori.

QUANTO C’È DI FICTION E QUANTO DI VERO NEL TUO ROMANZO?
La trama de Il mercante di libri maledetti si sviluppa su una solida impalcatura storica: gli itinerari, le città, i libri e gli eventi di cui parla sono frutto di documentazione. La mia formazione di medievista e di archeologo mi ha spinto a non tralasciare nessun aspetto della cultura materiale e della forma mentis del XIII secolo, ma nello stesso tempo ho evitato di sconfinare in un’eccessiva pedanteria. Ogni elemento documentario, a mio avviso, deve essere a sostegno della trama, così da irrobustirla; in caso contrario, la soffocherebbe di nozioni saggistiche. Questo è uno dei motivi per cui ho scelto di usare protagonisti di mia invenzione, che mi consentissero di sviluppare una trama libera da qualsiasi schema, seppur ben inquadrata nella sfera del verosimile. Altrettanto si dica dell’enigma che sta al centro del romanzo. Ciò non toglie, a mio avviso, valore ai contenuti: l’Uter Ventorum, il libro di evocazione angelica ricercato da Ignazio da Toledo, è un mio espediente narrativo, ma nel contempo posso affermare con sicurezza che libri del genere siano realmenteesistiti. Si tratta di manoscritti appartenenti alla tradizione talismanica, o ermetica, che spesso finirono bruciati perché incompatibili con la culturacanonica e tradizionalista dell’Occidente cristiano. Molti di questi libri vengono citati nel mio romanzo, altri ancora sono andati perduti per sempre, o forse aspettano nel buio e nella polvere di qualche catacomba o biblioteca…

C’È UNO SCRITTORE CHE CONSIDERI UN RIFERIMENTO?
In gioventù ho amato Verne, Salgari e London per poi passare a Calvino, a Hesse, a Poe e a Lovecraft (tutte letture, credo, formative per il mio stile di scrittura). Attualmente passo dal poliziesco al romanzo storico con molta disinvoltura. Adoro Fred Vargas, Arturo Pérez-Reverte e Joe Lansdale. Per quanto riguarda la letteratura italiana in particolare, ho una spiccata predilezione per Valerio Evangelisti senza tralasciare Alan D. Altieri, Alfredo Colitto, Eraldo Baldini e Wu Ming…

DURANTE LA STESURA DEL ROMANZO HAI SCOPERTO QUALCOSA DI INASPETTATO O TI SONO CAPITATE ALCUNE COSE CURIOSE CHE CI VUOI RACCONTARE?
Pochi mesi fa mi è stato chiesto un parere su un amuleto proveniente da un sito archeologico della Caria, in Asia Minore. Su una faccia rappresentava il dio egizio Anubi, sull’altra il nome dell’arcangelo Michele (MIKAEL), assimilandoli entrambi in una sorta di divinità a metà strada tra la cultura pagana e quella giudaico-cristiana. Ebbene, gli angeli di cui si parla nel mio romanzo hanno più di una cosa in comune con questo Mikael-Anubi.

A CHI TI SEI ISPIRATO PER IL PERSONAGGIO DEL MERCANTEIGNAZIO DA TOLEDO? E A QUELLO DEL MISTERIOSO “DOMINUS”?
Trovare un protagonista atipico per un thriller storico atipico è stata un’impresa non facile. Non volevo uno dei soliti monaci o cavalieri che infestano la letteratura di genere, ma un antieroe ambivalente in grado di adattarsi a ogni situazione, a costo di apparire misterioso e sfuggente. Ignazio de Toledo è un mercante di reliquie che ha studiato in gioventù presso lo Studium di Toledo, dove i trattati scientifico-filosofici della tradizione orientale venivano tradotti in latino. Non è solo un sapiente, ma anche un avventuriero pronto a mentire e a ingannare all’occorrenza. In definitiva, egli possiede “il genio dell’intrigo”, come il D’Artagnan di Dumas. Dominus, allo stesso modo, non nasce da un modello ma da un’idea, da tutto ciò che può esserci di negativo nello stereotipo del signore feudale. Dominus è un segugio infaticabile, un signore crudele con i propri servitori e sensibile solo alle proprie brame, che è pronto a soddisfare con l’astuzia e con l’intelligenza, ma soprattutto con la spada. Non per nulla nasconde il suo volto dietro una maschera rosso sangue.

COME HAI COSTRUITO IL CRITTROGRAMMA AL CENTRO DEL LIBRO? QUANTO TEMPO HAI IMPIEGATO?
Mi affascina la capacità degli uomini del Medioevo di creare enigmi e rompicapi, dando prova di incredibili intrecci di erudizione e di gusto per l’inconsueto. Penso al riguardo agli enigmi del monaco inglese Aldhelm (VII-VIII secolo), che sfiorano il gusto per l’acrostica, o agli astrusi giochi di parole come “abracadabra”, dove sfilze di lettere vengono incolonnate fino a creare figure geometriche dai significati occulti. Ma sono stato ispirato nel mio lavoro di inventio anche da testimonianze più antiche, come le formule scritte in andamento bustrofedico presenti in alcune tavolette votive etrusche, o le iscrizioni spesso criptiche delle lapidi di età tardo-antica. Tenendosott’occhio simili eventi, mi è stato relativamente facile inventare un enigma a prima vista impenetrabile, ma facile da sciogliere una volta scoperta la chiave di decifrazione.

IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI AVRÀ UN SEGUITO?
Questo romanzo è il primo di una trilogiaincentrata sulla figura di Ignazio da Toledo, il mercante di reliquie che fino all’ultimo avrà sempre qualche segreto da svelare. Attualmente sto concludendo il terzo capitolo della saga. Ci tengo però a precisare che non amo i “romanzi a puntate”: ogni mio libro è una storia a sé, con un inizio e una fine. Non sopporto le storie tagliuzzate.

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