MONUMENTS MEN, DAL LIBRO AL FILM

monuments menLi chiamavano Monuments Men. Erano soldati, tanto coraggiosi quanto improbabili. Un esiguo plotone di topi di biblioteca, colti e appassionati, arruolati nell’esercito alleato durante il secondo conflitto mondiale e spediti nell’Europa in fiamme con una missione precisa: salvare i capolavori dell’arte. Mentre Hitler invadeva un Paese dopo l’altro, infatti, le sue armate si impadronivano di sculture e dipinti secondo un piano sistematico per concentrare le opere più importanti nelle mani dei tedeschi. Fu così che intellettuali, artisti, direttori e conservatori di musei – su mandato di Roosevelt – si trovarono a lottare per impedire il più grande furto artistico della Storia. Il loro compito era inizialmente quello di limitare i danni dovuti ai combattimenti, ma in seguito la missione si concentrò sulla localizzazione dei beni trafugati. Pochi, isolati, e senza disponibilità di uomini e mezzi, ingaggiarono la loro speciale battaglia contro il Fuhrer. In una gara contro il tempo, irta di ostacoli, raccontata con il ritmo di un thriller, ciascuno di loro dovette ricorrere a ogni possibile stratagemma per salvare chiese e monumenti dalla distruzione, riportare alla luce collezioni inestimabili sepolte nelle viscere della terra, seguire per tutto il continente le tracce di opere uniche al mondo. Aiutati da collaboratori altrettanto oscuri e determinati – come Rose Valland, impiegata francese che corse enormi pericoli; parroci, archivisti e semplici cultori -, questi strani eroi lasciarono promettenti carriere e solide posizioni per raggiungere l’epicentro della guerra, rischiando, e a volte perdendo, la vita. È grazie a loro se oggi possiamo ancora ammirare le meraviglie di Michelangelo, Leonardo, Donatello, Vermeer, Rembrandt, van Eyck e molti altri. Ed è grazie a Monuments Men (Sperling&Kupfer, pp. 448, Euro 19,00) che la loro storia viene finalmente allo scoperto.

Il 23 giugno del ’43 fu approvata da Roosevelt la creazione dell’American Commission for the Protection and Salvage of Artistic and Historic Monuments in War Areas. Così nacque la sezione Monuments Fine Arts and Archives, la MFAA, sotto gli auspici della commissione Civil Affairs degli eserciti alleati. I Monuments Men erano 345, tra uomini e donne, e venivano da tredici diverse nazioni. Prima di fare parte dei rispettivi eserciti erano stati direttori di musei, curatori di esposizioni, storici dell’arte, architetti, insegnanti. Con l’incarico di proteggere le opere d’arte in Europa, messe a rischio dalla guerra, si dedicarono soprattutto a rintracciare i capolavori trafugati dai nazisti e nascosti in luoghi abbandonati, miniere, fabbriche in disuso. I Monuments Men rimasero in Europa ancora sei anni dopo la fine della guerra e proseguirono il loro lavoro. Hanno messo in salvo circa 5 milioni di oggetti. Il libro di Edsel e Witter racconta, con vivacità e passione, ogni loro avventura, ogni prova di intuito, resistenza e coraggio.

Da questo volume è tratto il nuovo, attesissimo film omonimo di George Clooney, dal cast stellare: oltre allo stesso Clooney, Matt Damon, Daniel Craig, Bill Murray, Cate Blanchett, Jean Dujardin, John Goodman e Hugh Bonneville.

ROBERT M. EDSEL è un mecenate e uno studioso, ha scoperto l’esistenza dei ‘Monuments Men’ dopo essersi trasferito a Firenze nel 1990. Da allora si è dedicato a raccogliere materiale e testimonianze per ricostruire la storia delle loro imprese. Ha creato un sito (www.monumentsmen.com) dove si possono vedere le fotografie di tutte le opere d’arte trafugate dai tedeschi, rintracciate nei loro nascondigli e restituite ai musei di appartenenza.

BRET WITTER è scrittore e coautore di alcuni recenti bestseller americani.



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