Malala Yousafzai e il Nobel per la Pace? «Un premio per i diritti dei bambini».

MalalaE` la persona più giovane al mondo ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Stiamo parlando di Malala Yousafzai, la diciassettenne pakistana che, da anni, si batte per i diritti dei minori e delle donne, sottolineando l’importanza dello studio come vera e propria “arma pacifica” per conquistare l’indipendenza, la conoscenza e, quindi, la libertà.

Può sembrare un paradosso parlare di “arma pacifica”; le armi, lo sappiamo, danneggiano, uccidono, provocano dolore, come quelle usate dai terroristi e, in generale, da chiunque si lascia travolgere dalla violenza. In realtà, però, il paradosso è solo apparente: lo studio, i libri, le penne e i quaderni per imparare, infatti, rappresentano le parti imprescindibili di una specie di “armatura” che tutti noi ci costruiamo o dovremmo costruirci con gli anni. Armi che non servono a offendere ma a farci crescere e a proteggerci dalle ingiustizie.

Questo lo sa bene Malala la quale, pur di non rinunciare al diritto di diventare un’adulta consapevole e istruita, ha sfidato l’autorità dei talebani, i loro dogmi e sopportato un terribile attentato, due anni fa, che stava per costarle la vita. Il Nobel per la Pace è il riscatto sofferto e doloroso per una battaglia che Malala vuole portare avanti per sempre, con coraggio, incurante delle continue minacce di cui è oggetto.

La ragazza, che ora vive a Birmingham, ha saputo di aver ricevuto il premio proprio mentre si trovava a scuola, durante una lezione di chimica.

Tutti i più importanti giornali del mondo hanno riportato le parole, tanto sagge quanto, purtroppo, ancora inascoltate in alcune parti del mondo, che Malala Yousafzai ha pronunciato in conferenza stampa: «Una ragazza non può essere una schiava, ma ha il diritto di vivere la propria vita».

Malala
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Ha proseguito sostenendo di essere «onorata per aver ricevuto il prezioso Nobel» che, ha detto, «mi rende più forte e coraggiosa, perché questo Premio non è solo un pezzo di ferro, una medaglia che si usura con il tempo, o un premio da tenere nella propria cameretta, ma un forte incoraggiamento ad andare avanti e a credere in me stessa». La ragazza ha precisato inoltre che il prestigioso riconoscimento è «per tutti quei bambini che non hanno voce».

«Tutti i bambini hanno diritto a ricevere un’istruzione di qualità, a non soffrire per il lavoro minorile, per la tratta degli esseri umani», ha specificato. La motivazione del riconoscimento è proprio questa: la continua lotta contro l’oppressione dei minori e per il loro diritto a un’istruzione.

La ragazza ha condiviso il Premio con l’indiano Kailash Satyarti, altro insigne attivista per i diritti dei bambini e i due hanno anche la ferma intenzione di collaborare per garantire a tutti il diritto allo studio e migliorare i rapporti tra i loro Paesi d’origine. La premiazione avverrà il prossimo 10 dicembre e Malala ha chiesto al Primo Ministro indiano, Narendra Modi, e al Primo Ministro pakistano, Nawaz Sharif, di partecipare proprio per dare un nuovo e concreto inizio alle relazioni tra India e Pakistan.

Appena vinto il Premio, la diciassettenne ha subito nuove minacce di morte da un gruppo di estremisti pakistani.

Nonostante questo, però, Malala Yousafzai ha giurato di non fermarsi, dimostrando una determinazione e una forza di volontà inusuali per una ragazza così giovane. I suoi non sono bei discorsi, ma fatti e gesti che l’hanno messa in una situazione di pericolo perenne.

Il suo coraggio non è incoscienza, ma consapevolezza che solo un’opposizione forte e duratura contro le ingiustizie potrà dare dei frutti, delle basi solide su cui costruire il futuro.

Questa piccola grande donna è un esempio per tutti noi, uno stimolo per le nostre debolezze e i tentennamenti che abbiamo tutti i giorni, la dimostrazione che siamo noi a costruirci il nostro destino giorno dopo giorno, volendolo con forza.

«Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno», ha detto.

Qui il blog “Malala e le altre” di Francesca Rossi

Francesca Rossi

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