L’ITALIA DEGLI ANNI SETTANTA IN UN SITO

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Si chiama The Italian Game ed è un portale dove Ivan Carozzi, l’ideatore di questo progetto, pubblica ritagli di giornali, foto e video dell’Italia degli anni Settanta, un periodo complesso per il nostro Paese. Erano gli anni del rapimento di Aldo Moro, del terrorismo, della strategia della tensione. Abbiamo quindi intervistato Ivan Carozzi per conoscere e farvi conoscere la sua creatura.

Come è nato The Italian Game e perché le ha dato questo nome?

Per motivi di lavoro mi sono trovato a consultare gli archivi dei quotidiani tra il 1970 e il 1985. Conoscevo già abbastanza bene la storia di quel periodo, ma la lettura di un quotidiano ti consente di entrare più a fondo  dentro un’epoca, d’incrociare i dettagli, le pieghe minuscole, le notizie che stanno a lato rispetto a ciò che, necessariamente, andrà a finire nel volume di uno storico. E’ un po’ come aprire la pancia di un animale e tirare fuori tutto quello che c’è dentro. O come allargare il campo radar. Così, avendo sotto gli occhi una tale montagna di materiale disseppellito e sostanzialmente sconosciuto, ho pensato che sarebbe stato divertente e di qualche interesse pubblicarlo. ‘The Italian Game’ è invece una formula usata un tempo negli ambienti diplomatici atlantici, per descrivere il particolare laboratorio politico e sociale rappresentato dall’Italia in quel periodo. Mi suonava e mi sembrava sufficientemente descrittiva, così ho pensato di usarla come nome.

Sul sito c’è tutta la storia contemporanea italiana, quella degli anni Settanta, probabilmente la più delicata per il nostro Paese. Perché proprio quegli anni?

 E’ il decennio che ho dovuto consultare per ragioni di lavoro, come detto prima, anche se dentro di me esisteva, per quell’epoca, un interesse pregresso. Più che un interesse, direi, un’attrazione che facilmente e spesso è degradata nel feticismo o in un sentimento di nostalgia estremo, patologico e totalizzante. Ma al di là del mio punto di vista, credo che per gli anni ”70 esistano un interesse e una nostalgia abbastanza diffusi. Del resto è il decennio in cui lo slancio rivoluzionario, l’utopismo, il conflitto politico ed esistenziale tocca il suo punto più alto, drammatico, per poi bruciarsi e disperdersi. Un investimento di energie potentissimo che, in qualche modo, ha fatto davvero vibrare tutta l’esperienza umana: la politica, il cinema, le arti, le relazioni umane, le università, i luoghi di lavoro, gli ospedali, tutto. E poi è il decennio in cui si consuma il romanzo della morte di Moro, cioè la più toccante e realizzata autobiografia del nostro Paese, come ha scritto qualcuno. Ma soprattutto: è la crisi d’immaginazione di oggi, l’incapacità che soffriamo d’immaginarci un futuro, che può determinare il ritorno incessante del passato, in forma di spettri e nostalgie. Gli anni ”70 sono una specie di acufene, a volte meraviglioso e a volte disturbante.

Spieghiamo ai nostri lettori che cos’è un tumblr?

E’ una piattaforma, non mi sembra così diversa da altre. Vedo che però ha una vocazione soprattutto iconografica, orientata alle immagini, per quanto si possa caricare anche il testo. Quindi si parla soprattutto attraverso le immagini. I tumblr sono strapieni di Gif animate, che producono un effetto comico-ironico tipico della cultura occidentale in questa fase. Al tempo stesso ci sono tumblr molto poetici, pieni d’immagini mai viste di scrittori, aritsti, oppure dagherrotipi o frame di serie tv, secondo una giustapposizione che produce un effetto molto affascinante nell’immediato e stucchevole sulla lunga distanza. Ci sono poi tumblr dal contenuto pornografico, anche molto spinto. L’aspetto interessante è che la pornografia, per il fatto di essere esposta in quella cornice e su quella piattaforma, assume, almeno ai miei occhi, un aspetto molto sofisticato, letterario, dato che si ha l’impressione non di trovarsi direttamente di fronte a pornografia, ma ad una citazione della pornografia in rete.

Progetti per il futuro?

Chiudere theitaliangame e magari pensare a qualcos’altro.

Perché vuole chiuderlo?

Vorrei chiuderlo semplicemente perché mi sembra un po’ esaurito come progetto. Del resto, ho già pubblicato quasi 800 post, tra articoli e foto. Per cui tra un po’ di tempo credo sarà naturale fermarsi.

Maria Ianniciello

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