Jodha, l’artista che racconta i minatori indiani

1 Il cinema e la fotografia come denuncia sociale per esplorare il mondo dei lavoratori e dei loro diritti, spesso violati. Questo e molto altro ancora trapela nelle opere dell’artista indiano Samar Singh Jodha che, dopo aver esposto in gallerie e musei di Mumbai, Delhi, Barcellona, Boston, Francoforte, Londra, New York, Queensland e Washington DC, è arrivato a Venezia all’Arsenale, nell’ambito della Biennale, dal 30 maggio al 24 novembre 2013. In mostra i contenitori di scarto che i minatori trasformano in abitazioni nel nord-Est dell’India. Lungo il percorso espositivo infatti l’intreccio di narrative rappresentato dai minatori evidenzia i fili di un “tecnopolio” globale che promette a pochi un futuro roseo grazie alla rapidissima innovazione ma che condanna molti a una regressione quasi medievale. Utilizzando il linguaggio fotografico come pietra miliare del suo lavoro, Jodha evoca un discorso visivo che è radicato nella pratica documentaria ma che non la usa per mimetizzarsi. Nella rassegna si denota un doppia spoliazione prospettica in gioco: la scheggia di ottimismo nell’opera è l’idea che la creazione artistica sia un dono troppo prezioso per essere ristretto solo ai virtuosi.

6L’artista indiano ha alle spalle una intensa carriera artistica. Tra i suoi più importanti lavori, il progetto sull’invecchiamento in India, a cui ha lavorato per otto anni. Varie immagini della ricerca sono state esposte alla Whitechapel Gallery di Londra e al Fotomuseum di Zurigo nel 2010. La sua indagine, durata cinque anni, sulla costruzione dell’habitat più alto del mondo è stata trasmessa su Discovery e National Geographic channel ed esposta al New York’s Skyscraper Museum. Il progetto Telivison ha fatto il giro del mondo ed è stato descritto dal New York Times come «una serie di magnifiche foto che documentano la presenza pervasiva della televisione nella vita indiana». Bhopal. A Silent Picture, un’installazione di 12 metri su uno dei più tragici disastri industriali del mondo, è stata esposta ad Amnesty International London durante le olimpiadi. Questo progetto multimediale di arte pubblica ha attirato finora 150mila visitatori. Phaneng, un progetto di ritratti sui Tai Phake, una tribù buddista in via di estinzione, di cui i pochi membri rimasti vivono nella zona nordorientale dell’India, ha vinto numerosi premi ed è stato esposto a Religare Art, New Delhi nel 2008 e alla Corcoran Gallery of Art, Washington D.C. nel 2010. Jodha continua a lavorare a stretto contatto con la comunità. Discord, un progetto di arte pubblica, è formato da una serie di muri di cemento sui cui sono narrate le storie di persone spesso ignote, lavoratori e immigrati le cui mani contribuiscono a realizzare le ambizioni della società. È stato pensato ed esibito all’India Art Fair nel 2012. In parallelo con i progetti artistici ed editoriali, Jodha ha lavorato con la Bill and Melinda Gates Foundation, per il BBC World Service Trust e le Nazioni Unite. 

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Ingresso: 10.30 – 17.30, dal martedì alla domenica.

 

 

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