Intervista a Valerio Mello: «Ecco cos’è per me la poesia»

Copertina MELLOHa ventotto anni e ha appena pubblicato il suo secondo libro di poesie dal titolo “La nobiltà dell’ombra. Corrispondenze”, edito da La Vita Felice. Stiamo parlando di Valerio Mello, giovane siciliano che oggi vive a Milano e che all’interno di quest’ultimo lavoro raccoglie scorci, sensazioni, impressioni di luoghi diversi, dalla Sicilia e, in particolare, Agrigento alla metropoli meneghina, passando per il mare della Liguria.

Una poesia, quella di Mello, che si presenta «fortemente visiva – scrive Guido Baldassarri nella sua prefazione al libro – che rilegge la tradizione del Novecento con l’occhio ad archetipi più antichi: sensibile a una tavolozza ricca di colori, ma pronta poi a indugiare sul bianco e grigio dei monumenti funerari, trasposizione evidente di una contrapposizione fra presente e passato, non solo fra Nord e Sud, fra Milano e la Sicilia».

Ed è proprio questa commistione di paesaggi, di usanze e di suggestioni differenti che attira da subito la nostra attenzione: Valerio, lei è siciliano ma ha deciso di vivere a Milano. Cosa porta con sé della sua isola natia?

Sono nato ad Agrigento nel 1985 e sono cresciuto in una casa che guarda la Valle dei Templi e il mare Mediterraneo. I paesaggi caldi, marini e mitologici della mia terra fanno parte del mio corpo e della mia vita interiore e, benché grande possa essere la distanza da quei luoghi, saprò sempre da dove provengo. Oggi, dopo aver studiato Giurisprudenza, vivo nella metropoli milanese, dove lavoro per un’importante azienda di rassegna stampa. Ma al di là del degli studi intrapresi, le mie vere ambizioni sono sempre state umanistiche e letterarie, anche se con la maturità ho capito che occorre molto tempo per farsi strada nel mondo artistico e che non ci sono mai certezze.

Quando ha cominciato a coltivare la passione per la poesia?

La poesia è sorta in me a poco a poco. Ho cominciato a 20 anni e oggi credo che, nonostante i sacrifici siano stati molti e grandi le delusioni, il mio tempo sia stato ben riempito. La letteratura è una missione, una fede intima e delicata: bisogna saper aspettare l’ispirazione, occorrono pazienza e dedizione per il sentire poetico, senza mai cadere nelle forzature.

Molti giovani si cimentano nella scrittura, ma non così numerosi nella poesia. Cos’è per lei la poesia e cosa le piace di questo genere?

La poesia è il genere letterario più universale: parla a tutti e parla con semplicità. Purtroppo, però, non riceve attenzione da parte dei mass media e delle istituzioni politiche e dunque diventa arduo per un giovane autore emergere. In Italia si leggono pochi libri e la poesia occupa un ruolo molto marginale; è un genere reietto, ma non per questo rinuncio a coltivarlo. Non demorderò mai.

Quando la sua prima pubblicazione?

Il primo libro è “Versi inferi” del 2010, con prefazione di Dante Maffia, grande autore e critico con il quale coltivo da anni una bella e amichevole corrispondenza.

“La nobiltà dell’ombra”, come descriverebbe questa sua raccolta?

Si tratta un libro che parla di un viaggio oltre la vita, alla ricerca delle domande impossibili. In sintesi potremmo definirlo come il tentativo di mantenere un dialogo con chi non c’è più, affermando quelle “corrispondenze d’amorosi sensi” che identificano la religione dei ricordi. In questo mio nuovo libro compare molto la città di Milano, dove attualmente vivo, e anche la costa ligure, meta dei miei recenti viaggi.

Ha già dei progetti per il futuro?

Sono al lavoro su un terzo libro di poesia, molto diverso dai primi due, ma è ancora presto per pensare alla pubblicazione.

In queste settimane sta viaggiando per la penisola per parlare del suo ultimo lavoro. Il prossimo appuntamento?

Sarò a Torino, presso la Feltrinelli Libri e Musica di piazza C.L.N., lunedì 20 maggio alle 18.00. In quell’occasione interverranno insieme a me Enrico Mattioda, professore di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Torino, Gianni Oliva, storico, politico e giornalista, e Alessandro Quasimodo, attore e regista, figlio del premio Nobel per la Letteratura. Quasimodo interpreterà una scelta di testi tratti dal mio libro.

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