In Irpinia è verde il Paradiso

Tredici autori per l’Irpinia. Più che un libro, “E’ verde il Paradiso”, edito dalla Natan di Benevento e stampato dalla tipografia “Le ali di carta” della Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, è un progetto editoriale che nasce con l’obiettivo di raccontare e portare alla luce una fetta di Campania affascinante e misteriosa, ma ancora poco nota. Avellino e la sua provincia sono il filo rosso delle tredici storie scritte da autori con esperienze e percorsi umani e professionali diversi, ma tutti ancestralmente legati alla propria terra, anche quando il destino li ha portati da tempo lontano. Emilia Bersabea Cirillo, Antonietta Carrabs, Maria Rosaria del Guercio, Francesco Di Sibio, Giannino Di Stasio, Bruno Guerriero, Giandonato Giordano, Silvana Lattanzio, Tancredi Lisena, Oscar Magi, Angelo Siciliano, Maria Ivana Tanga e Michele Vespasiano sono i protagonisti del riuscito caleidoscopio di emozioni, sogni e ricordi, arricchito dalla postfazione del regista di Cairano Franco Dragone.

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Per chi scrive da realtà distanti, l’Irpinia è quasi sempre un tuffo al cuore, un dolente ritorno al passato che indulge spesso alla nostalgia di un tempo rimasto fermo, immobile nei loro occhi e nelle loro menti. Brani di vite semplici ma piene, di giornate inondate da una luce accecante, anche se vissute nel silenzio di paesi arrampicati sulle montagne della provincia. La malinconia, il ricordo di una provincia ancora contadina affiorano in diversi capitoli del libro. Paesaggi incontaminati, il lento trascorrere dei giorni, le tradizioni conservate e tramandate sempre più a fatica: l’Irpinia tratteggiata nel libro è spesso descritta con gli occhi di chi, da tempo, vive e lavora lontano e si lascia cullare dal dolce riaffiorare di ricordi e memorie mai disperse. In altri capitoli l’Irpinia fa invece da sfondo a storie romanzate e incalzanti che, in qualche caso, si tingono di giallo e mistero.Siamo sempre e comunque nella nostra provincia, ma potremmo essere altrove perché sono la narrazione, i personaggi a rapire il lettore, più dello scenario nel quale si muovono.

E poi c’è il terribile terremoto del 1980 che si affaccia, funesto e doloroso, in più di una storia. La morte, la paura, i giorni dell’abbandono sono ferite ancora aperte, soprattutto per chi ha vissuto quei terribili momenti da bambino o in altre città e si è dovuto affidare a racconti e resoconti dall’inferno. In tutti i brani emerge forte, indissolubile il legame con la propria terra, il desiderio di riscatto e risalita, ancora vivo, anche tra chi ha scelto da tempo altre strade. E la sfida diventa ambiziosa proprio perché, come emerge in più di un passaggio, dietro il libro c’è il tentativo di andare oltre i confini dell’Irpinia e di raccontare e far conoscere questa terra anche nel resto del Paese. Proprio, e soprattutto, in un momento storico in cui, complice la lunga recessione economica, lo sviluppo lento, ragionato e sostenibile, l’ambiente, il recupero delle tradizioni e dei sapori di una volta sembrano valori tornati prepotentemente di moda, in grado di ridare slancio a una terra che “continua ad oscillare – si legge nella prefazione di Vespasiano e Giordano, i due curatori della pubblicazione – tra la speranza e la rassegnazione, tra il declino e il riscatto, tra il desiderio di restare e quello di partire, in una contraddizione ricca di pericoli, ma anche di sfide avvincenti”.

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