IL VELENO NEL PIATTO

Gli alimenti contengono il più delle volte prodotti chimici tossici. Si tratta di un dato di cui i consumatori sono all’oscuro. In un’inchiesta choc di un’importante giornalista – pluripremiata in tutto il mondo per i suoi libri – le responsabilità, le omissioni, le complicità che minano la sicurezza dell’intera catena produttiva del cibo.

Come valutare la nocività di queste sostanze che si infilano tra la pera e il formaggio nei nostri piatti? Le materie plastiche e gli additivi sono proprio così pericolosi come sospettano numerose associazioni di difesa dell’ambiente? È la quantità a fare il veleno, rispondono gli industriali e per questa ragione hanno inventato il concetto di ‘dose quotidiana accettabile’, cioè la quantità che si può ingerire ogni giorno senza effetti sulla salute. Ma questi prodotti chimici sono veramente senza effetti? È questo l’interrogativo a cui risponde Marie-Monique Robin nel suo libro Il veleno nel piatto. I rischi mortali nascosti in quello che mangiamo (Feltrinelli, pp. 448, Euro 20)

Moltissime ricerche scientifiche ed epidemiologiche segnalano che nel corso degli ultimi trent’anni il tasso di incidenza dei tumori è aumentato del 40 per cento in paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia e la Svezia. Sempre in questo lasso di tempo la progressione delle leucemie e dei tumori cerebrali tra i bambini (secondo quanto sostengono gli studi dell’International Agency for Research on Cancer) è stato del 2 per cento annuo. Per non parlare dell’evoluzione simile per le malattie neurologiche (Parkinson e Alzheimer) e autoimmuni. Come spiegare questa epidemia inquietante, che colpisce soprattutto i paesi “sviluppati”?

Alla domanda risponde Marie-Monique Robin in questo libro choc, frutto di un’inchiesta condotta per due anni tra America del Nord, Asia ed Europa (anche in Italia). Nell’appoggiarsi su numerosi studi scientifici, ma anche sulle testimonianze dei ricercatori e dei rappresentanti delle agenzie di regolamentazione, l’autrice dimostra che la causa principale di questa vera e propria epidemia è di tipo ambientale. In particolare per la presenza di decine di molecole chimiche che hanno invaso il nostro ambito quotidiano e l’alimentazione dalla fine della Seconda guerra mondiale. Per questo, l’autrice ripercorre l’intera catena produttiva del cibo: dall’utilizzo dei pesticidi nei campi fino all’impiego di additivi e plastiche per uso alimentare nei nostri piatti. Nel fare ciò mette a nudo il sistema di valutazione e omologazione dei prodotti chimici, attraverso gli esempi emblematici dei pesticidi, dell’aspartame e del bisfenolo A. E infine descrive le pressioni e le manipolazioni messe in atto dall’industria chimica per mantenere sul mercato prodotti altamente tossici.

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