A Nessuno Piace Caldo di Giobbe Covatta, l’intervista

“Il mio lavoro è il teatro. Non c’è matematica dietro all’editoria”, dice Giobbe Covatta in questa intervista in cui il comico approfondisce alcuni aspetti del suo nuovo libro “A Nessuno Piace Caldo”, scritto con Paola Cotella. 

a-nessuno-piace-caldo-giobbe-covatta La razza umana è estinta. La Terra è diventata un’immensa distesa deserta e l’uomo ha provocato tutto questo a causa dell’irresponsabilità ambientale che nel corso degli anni ha spezzato l’equilibrio dell’ecosistema terrestre, fino a rendere l’intero pianeta una palla infuocata e invivibile. Fin qui non c’è niente di diverso da uno dei soliti libri catastrofisti che vanno tanto di moda negli ultimi anni. Ma se questa storia ce la racconta Giobbe Covatta le cose cambiano. Eccome. “A Nessuno Piace Caldo” (Mondadori) è infatti il titolo dell’ultima fatica editoriale del comico pugliese cresciuto a Napoli, che col solito sarcasmo e con grande leggerezza parla per bocca del saggio Exelon a uno sparuto gruppo di “superstiti” che hanno nomi di farmaci “che sembrano quelli dei supereroi”, come ci dice ridendo l’attore di Taranto, sempre sensibile ai temi umanitari. Exelon narra la storia del genere umano, di come si sia fregato con le sue mani provocando la distruzione dell’ambiente e dell’involuzione del presuntuoso Homo Sapiens in Homo Deficiens. Il tutto con un’ironia irresistibile e il solito gusto per l’assurdo di Covatta, che torna sugli scaffali delle librerie a 10 anni di distanza da “Corsi e Ricorsi ma non Arrivai” (Mondadori, 2005). Un libro divertentissimo, fresco e leggero che fa comprendere con estrema chiarezza argomenti spesso criptici come l’effetto serra, l’albedo, l’impronta ecologica e molti altri, qui raccontati attraverso l’inconfondibile piglio beffardo di Covatta in un libro scritto a quattro mani con la moglie Paola Catella. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per sapere qualcosa in più di “A Nessuno Piace Caldo”.

Sono passati 10 anni dal suo ultimo libro “Corsi e ricorsi ma non arrivai” del 2005. Innanzitutto, com’è stato tornare a scrivere? Le è mancato?

Non faccio lo scrittore di mestiere, per cui non mi è mancato più di tanto! Il mio lavoro è il teatro. Lì mi preoccupo stagione per stagione di cosa scrivere e cosa fare, cercando di entrare nei cartelloni dei teatri e di avere una distribuzione. Invece, se mi viene mi mente una cosa per un libro, la butto giù. Altrimenti pace, ce ne facciamo una ragione! Non c’è la matematica dietro l’editoria.

“A Nessuno Piace Caldo” è un libro che affronta i problemi ambientali della Terra e che racconta di un futuro pieno di gente che si chiama Guttalax, Benagol, Preparazione H, Plasil… E in cui tutti danno retta a un saggio che si chiama Exelon! Tutta questa allegoria farmaceutica per dire che…?

I nomi delle medicine sono sempre epici, sembrano tutti supereroi! In realtà è solo un giochino fonetico, non ha nulla a che vedere con la farmacologia. E’ che tutte quelle “x” riscuotono benissimo!

Lei comunque riesce a parlare di temi delicati come quello del surriscaldamento globale con il suo classico piglio ironico, rendendoli poi molto comprensibili al pubblico.

I problemi sono seri e importanti perché non dipendono da me. Siccome però il libro era una mia responsabilità, allora la scrittura è più leggera, gioviale e allegra. Ognuno ci mette una cosa: io ci ho messo l’allegria, i problemi ce li ha messi qualcun altro. Mica posso fare tutto io!

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Lei nel 2012 portò in teatro uno spettacolo dal titolo “6 gradi”, numero che rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. L’idea del suo nuovo libro parte da lì?

Come quasi sempre accade per i miei libri, tutto transita da un palcoscenico. Anche perché quando tu scrivi cose divertenti, se non hai la riprova da parte di un pubblico non saprai mai se lo sono davvero o no! Per un comico, questo è fondamentale. Altrimenti rimane tutto nel campo della teoria con uno che si chiede “ma questa farà ridere o no?”. Finché non lo scopri direttamente sul palco non lo puoi sapere. Quindi alcune parti di quel testo lì le ho portate sicuramente nel libro.

E l’Homo Deficiens chi è?

Siamo noi! Tu non lo so perché ci conosciamo da poco, magari sei permaloso e poi ti offendi! Però le condizioni che abbiamo creato sono tali e tante da poterci sicuramente far definire “deficiens”. Dal “sapiens” a quest’ultimo ci siamo passati nel giro di pochissimi anni, da quando cioè l’uomo ha fatto una scoperta che secondo me è stata devastante e cioè quella del petrolio. Che poi non è stata neanche una scoperta perché già gli antichi Greci lo utilizzavano come arma incendiaria. Noi abbiamo solo capito che poteva servire per far funzionare delle macchine. In quest’ultimo anno abbiamo consumato più energia di quanta non sia mai stata consumata nella storia dell’umanità. Cioè il gene dell’idiozia ce lo abbiamo sempre avuto, per metterlo in pratica poi servono delle invenzioni sufficientemente devastanti per poter fare un gran casino.

Com’è stato scrivere assieme a Paola Catella, sua moglie?

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Scrivo sempre insieme a lei! Pubblichiamo libri, facciamo figli, a volte andiamo al cinema!

Le faccio una domanda sulla satira. Secondo lei qual è il suo stato di salute? Anche considerando quello che è successo a Charlie.

La satira continuo a vederla come l’ho sempre vista. Se poi capita che qualcuno ti spara non dipende dalla satira, che di per sé resta la stessa, non si può evitare di farla. Anche ai tempi del fascismo, o dell’antica Roma, se scrivevi qualcosa di troppo ti prendevano e ti impiccavano. E’ il potere che cambia, ma la satira sempre quella è.

In conclusione, Giobbe Covatta esiste un corso per apprendere la comicità?

Esistono un’infinità di tecniche. Freud ha scritto un intero libro sull’argomento, “Il Motto di Spirito”. Lo stesso Henri Bergson ha pubblicato un trattato dal titolo “Il Riso”. Dove non parlava dei cinesi, ma proprio della figura del comico! Ci sono tanti artifici che si possono studiare, imparare e apprendere, come per la comicità così anche per l’arte, il disegno, la pittura. Però se non sei capace, non sei capace! Puoi studiare tutta la vita, è una di quelle cose che si impara ma che ha bisogno di una precondizione che ci deve essere.

 

Titolo: A Nessuno Piace Caldo

Casa Editrice: Mondadori

Pagine: 200

Euro: 16,00

 

 

 

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