Giancarlo De Cataldo: ecco come si racconta una storia nera

Come si racconta una storia nera di Giancarlo De Cataldo, trama e recensione – Edito da RaiEri, Come si racconta una storia nera è il nuovo libro scritto da Giancarlo De Cataldo, uno fra gli esponenti più celebri della moderna letteratura. Magistrato ma anche scrittore, nel corso del tempo il nome di De Cataldo è balzato agli onor di cronaca, perché è stato proprio il poliedrico uomo di legge che ha scritto e pubblicato libri come Romanzo Criminale e Suburra, diventati poi due celebri film per il grande schermo. Con un tono colloquiale ma con una grande fermezza nello stile, Come si racconta una storia nera è il testo che consacra definitivamente la figura di Giancarlo De Cataldo, magistrato ma lettore compulsivo e grande conoscitore della società italiana. Infatti, il libro non vuole essere un romanzo che illustra, appunto, solo la situazione sociale e politica del nostro Paese, ma è una biografia che ripercorre tutte le tappe salienti della vita lavorativa dello scrittore all’ombra dei suoi successi editoriali. Un libro leggero, coinvolgente e che riesce a stimolare l’attenzione del lettore nonostante il tema centrale sia di per sé ostico. “[…]Proprio grazie alla mia professione di magistrato, avendo accesso a carceri e tribunali, mi è stata offerta una possibilità preziosa: conoscere le reazioni umane di fronte allo stress del processo. L’uomo di fronte alla maestà punitiva della Giustizia”. 

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Come si racconta una storia nera, infatti, non è un’autobiografia – che finisce per celebrare non solo tutte le grandi vittorie di Giancarlo De Cataldo, qui raccontate con un pizzico di sano perbenismo – ma in realtà il romanzo/saggio è un libro di studio, uno strumento per insegnare e approcciarsi al genere noir e giallo. Una sorta di vademecum per descrivere le tecniche dello storytelling di genere, uno stile narrativo molto difficile da realizzare che porta con sé la costante paura di cadere in assurdi cliché; attraverso i successi, i pensieri e le tribolazioni dell’autore stesso, il lettore può avere una chiara visione di come si realizza un vero giallo d’autore. Autocelebrazioni a parte, l’autore mentre tratteggia il suo auto-racconto intimistico, fra gioie, dubbi, vittorie e sconfitte, tesse anche le lodi dell’amicizia burrascosa (per divergenze creative e di stile) con Carlo Bonini, il giornalista che finirà per collaborare alla stesura del caso Suburra. “[…]Ci domandammo a vicenda: «Ma tu su cosa stai lavorando?» e scoprimmo che a entrambi interessava tornare a lavorare sulla Roma contemporanea […]”. Proprio il secondo e il terzo capitolo, è incentrato su aneddoti e spunti di riflessioni che hanno spinto poi i due uomini di cultura a realizzare quel piccolo gioiello letterario portato al cinema da Sollima. “[…] Ricordiamo che la suburra – da sub urbe, cioè «sotto la città» – era un antico quartiere nel quale si mescolavano le attività criminali, il popolino, la plebaglia ma anche i patrizi. Era esattamente quella terra di mezzo in cui tutto era possibile”. Il resto del libro è un susseguirsi di iperbole, di frasi ad effetto e una lenta e progressiva delucidazione della materia in esame che viene illustrata nei minimi dettagli, con una tale padronanza che mette quasi i brividi, tuttavia De Cataldo più volte ammette che il giallo e il noir non sono i generi da lui preferiti. Trovarsi in questa ragnatela di storie ed eventi è stata quasi una concausa, dato che l’autore per cercare un’identità ha dovuto scandagliare usi e costumi che (forse) non gli si addicevano.

Nonostante tutto se si legge Come si racconta una storia nera si intuisce che Giancarlo De Cataldo nonostante le difficoltà, è riuscito ad affermarsi come uno degli autori contemporanei più schietti e sinceri, quindi questo suo ultimo lavoro rappresenta un punto di arrivo, un modo per trarre le somme di una carriera sfavillante, iniziata quasi per caso ma che poi è diventata un fiume in piena di successi e riconoscimenti. Il libro nella sua interezza è quindi esente da difetti strutturali, sarà piacevole per chi ha già letto i lavori precedenti dell’autore (soprattutto per conoscere più fondo la mente che c’è dietro Romanzo Criminale), e sarà uno studio interessante per quel lettore incuriosito dal noir e che vuole approfondire le tecniche per rendere tale un racconto di genere.

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