ARTE E UTOPIA NELLA MOSTRA DELLA FONDAZIONE PRADA

“The Small Utopia. Ars Multiplicata” . Questo il titolo della mostra, a cura di Germano Celant, allestita nella sede di Ca’ Corner della Regina a Venezia dalla Fondazione Prada e inaugurata il 5 luglio scorso. L’esposizione, che fa riferimento al sogno, trasmesso dalle avanguardie storiche agli artisti di oggi, di arrivare alla diffusione democratica dell’arte, praticando una moltiplicazione dell’oggetto d’arte per favorire una sua diversa fruizione estetica e sociale – si chiuderà il 25 novembre 2012.

Il percorso espositivo analizza un periodo di 75 anni dagli inizi del Novecento al 1975 e documenta con oltre seicento lavori, multipli ed edizioni, la trasformazione dell’idea dell’unicità nell’arte e la sua percezione, non solo attraverso la moltiplicazione degli oggetti, ma anche nei diversi linguaggi: dai libri d’artista, alle riviste, al cinema sperimentale, alla radio. Questa piccola utopia nata all’inizio del XX sec. dai tentativi di costruttivisti e produttivisti russi di intervenire su oggetti di uso popolare, come le ceramiche, e dall’ambizione, più individualista, di Marcel Duchamp, che ricreò in scala ridotta l’insieme delle proprie opere nella sua Boîte en valise, 1941 (di cui sono presentate tre edizioni), si è consolidata negli anni Settanta, quando anche il sistema dell’arte si è diffuso, sul piano dell’informazione e della comunicazione, a tutti i livelli della società. Un’avventura a cui hanno partecipato tutti i principali movimenti dal Futurismo italiano al Bauhaus, dal Neoplasticismo al Dada e al Surrealismo, dal Nouveau Réalisme all’Optical e al Fluxus per approdare all’esplosione di arte moltiplicata indotta dalla Pop art, promotrice di un vero “supermarket” dell’oggetto artistico, tradotto ora in libro, rivista, scatola di cibo, film, vestito, disco, piatto, mobile, giocattolo e molto altro ancora. In tal senso gli anni dal 1960 al 1975 hanno rappresentato con Warhol e Oldenburg, Beuys e certamente con Fluxus, il culmine di questo atteggiamento, perché gli artisti si sono appropriati delle tecniche di produzione e di commercializzazione tipiche della società di consumo. Una contaminazione tra aspirazione democratica e business che anticipa la messa in circolazione dei gadgets d’arte, ora attuata anche dalle istituzioni museali. Considerata la complessa articolazione di “The Small Utopia”, la sua ampiezza temporale e la vastità tematica affrontata, la Fondazione Prada ha affidato l’approfondimento di alcuni territori specifici alla preziosa collaborazione di musei internazionali e esperti curatori specialisti, come già avvenuto a Ca’ Corner nel 2011. In particolare, al Museum of Modern Art di New York è affidata la cura e la documentazione di Fluxus con la ricerca di Christopher Cherix, mentre alla collaborazione con il Research Center for Artist’s Publications del Museo Weserburg di Brema e alla sua direttrice Anne Thurmann-Jajes, si deve la sezione dedicata ai libri e alle riviste d’artista come paradigma della interazione artistica negli anni Sessanta nelle nuove forme d’arte. Tra i diversi linguaggi, Antonio Somaini cura, con la collaborazione di Marie Rebecchi, due sale dedicate alla storia del cinema sperimentale e alle incursioni degli artisti nei campi della performance vocale, del suono registrato e della radio, mentre alla competenza di Guy Schraenen si deve l’accurata sezione interamente dedicata ai dischi in vinile dal 1959 al 1975. In occasione del cinquantenario del primo Festival Fluxus in Europa (1962), Gianni Emilio Simonetti curerà la programmazione di performances e concerti Fluxus ripetuti con cadenza periodica a partire da settembre.

La rassegna sarà accompagnata da una ampia pubblicazione in inglese “The Small Utopia. Ars Multiplicata”, a cura di Germano Celant, con una prefazione di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, e numerosi contributi tra cui Beatriz Colomina, Elena Gigli, Charles Esche, Constance W. Glenn, Maria Gough, Magdalena Holzhey, Adina Kamien-Kazhadan, Karen Koehler, Liz Kotz, Tatyana Vasilevna Kuzmerova, Ulrich Lehmann, Annette Malochet, Marie Rebecchi, Julia Robinson, Gianni Emilio Simonetti, Antonio Somaini, Anne Thurmann-Jajes, Nicholas Fox Weber; 360 pagine, 524 ill., edizioni Progetto Prada Arte, Milano, 2012.

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