Chi è Donald Trump? Vince l’America di Clint Eastwood

Chi è Donald Trump? Quest’uomo dallo sguardo fiero com’è riuscito a sconfiggere l’avversario democratico, Hillary Clinton, diventando così il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America? Che cos’ha in comune con Barack Obama? Cercherò di rispondere a queste domande uscendo dal pregiudizio – che in queste ore, ahimè, traspare dalle bacheche di Facebook -, tenendo presente che io scrivo dall’altra parte dell’oceano, per giunta dietro a una scrivania, quindi perdonatemi se non sarò esaustiva e soprattutto se la mia analisi è imperfetta. Mi sono avvicinata alla società americana – che pure esercita su di me un certo fascino – in modo trasversale mediante i libri di Storia, il Cinema e un breve viaggio di piacere; ho visitato gli Stati Uniti da Est a Ovest e da Nord a Sud una sola volta nella mia vita ma del costume e del modo di vivere americano ho appreso non molto giacché in poco tempo è impossibile andare oltre il semplice sensazionalismo e stupore.

La stella di Donald Trump sulla Hollywood Walk of Fame
La stella di Donald Trump sulla Hollywood Walk of Fame

La vittoria di Donald Trump è un fulmine a ciel sereno per il mondo, anche se era prevedibile, perché, per riuscire a conquistare la Casa Bianca, non basta appartenere alle fasce deboli della società (Hillary è una donna che porta il cognome del marito e che si è ben adeguata ai tradimenti di Bill); al contrario ci vuole soprattutto coerenza e gli americani, si sa, odiano gli scheletri nell’armadio che, quando escono allo scoperto, sono mal tollerati. Donald Trump, come si evince dai suoi discorsi, rappresenta l’America di Clint Eastwood, simboleggia una società che non vuole arrendersi e che, dopo la crisi economica, ha voglia di rialzarsi e di credere nei valori dei Padri fondatori, ancora una volta. Dopotutto lo dice la Storia e lo conferma la Settima Arte, perfetta sintesi degli Usa. Guardate per esempio i film e gli attori premiati con l’Oscar dall’Academy o che hanno ottenuto delle nomination negli ultimi due anni. Redivivo con Leonardo Di Caprio, 12 anni schiavo e American Sniper (che ha ricevuto diverse nomination) ci fanno comprendere bene in quale direzione stiano andando gli Stati Uniti. Le prime due pellicole menzionate si focalizzano sul coraggio dei protagonisti che riescono superare tutta una serie di ostacoli. Barack Obama incarnava appieno il sogno americano, giacché era il simbolo della riscossa di un popolo martoriato ma che ha saputo lottare per riscattarsi.

Donald Trump, al contrario, è un imprenditore che ha fallito, più e più volte, come si evince da un documentario andato in onda sulle reti Sky. Trump si è mostrato da subito coerente, con le provocazioni e le frasi ad effetto, e si è gettato a capofitto nell’attività politica, così come aveva già fatto con il business, senza mezzi termini prendendo l’attenzione della maggioranza degli statunitensi che, stufi del politicamente corretto, lo hanno votato. La frase, pronunciata la notte dell’8 novembre, subito dopo l’elezione a presidente, sulla possibilità di “creare nuovi posti di lavoro”, non deve stupire. Donald Trump in realtà ha basato tutta la sua esistenza su alcuni concetti, che sono anche al centro di volumi redatti a volte a quattro mani. Il Tocco di Mida è un libro che il nuovo presidente degli Stati Uniti ha scritto con Robert T. Kiyosaki. Uscito in Italia nell’edizione Gribaudi, il volume illustra come si diventa imprenditori di successo e la risposta è una sola: creando posti di lavoro di grande qualità e stabili ma soprattutto facendo leva sulla forza del carattere e sulle buone relazioni. Per qualcuno è un manipolatore, per altri un razzista, mentre per molti è un arrogante, che è «nato con la camicia e che dice di essersi fatto da solo»; per la maggioranza «salverà l’America». Più divorzi alle spalle e alcuni fallimenti rendono Donald Trump un uomo privo di filtri, sicuramente imprevedibile. E questo piace agli americani, è evidente, un po’ meno agli italiani. Forse troppo abituati al buonismo imperante?! Sia inteso, non parteggiavo per Trump. Mi sarebbe piaciuto vedere una donna alla Casa Bianca, nonostante in Hillary Clinton tutto trasudi di conservatorismo e minestra riscaldata. Penso, però, che se quest’uomo sia stato eletto è per un motivo. Le persone, anche noi italiani (come dimostra l’ascesa del Movimento 5 Stelle), sentono il bisogno di guide con motivazioni forti che sappiano comunicare le loro ragioni in modo coerente. Non so se Donald Trump sia l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto, quello che so è che tutti meritano una possibilità e gli americani non sono poi così stupidi (chi lo dice e lo scrive pecca di presunzione). Staremo a vedere!

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto