Gli uomini non capiscono le donne, ecco il perché

 

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Una scena del film “Tootsie”

Quando ero adolescente, mia madre mi diceva: «Maria certe situazioni, per capirle, bisogna viverle». Sono diventata adulta con quelle parole, a me allora oscure, eppure per anni così radicate nella mia mente, ma solo oggi riesco a coglierne il senso più profondo. Quante volte le nostre parole sono state fraintese? Quante volte cercavamo solo comprensione e invece abbiamo ricevuto disapprovazione? Penso, sia capitato a tutte di raccontare un episodio, che ci causava un forte malessere interiore, al nostro compagno, il quale ci ha liquidato con una frase tipica degli uomini: «E che sarà mai! Ti crucci per nulla. Sai come risolvere la situazione, no?». A suo modo lui aveva ragione, tuttavia teneva conto di un solo punto di vista: il suo. Spesso gli uomini, sminuendo i nostri stati d’animo, ci fanno sentire in colpa, costringendoci a chiedere scusa per qualcosa che non abbiamo commesso. Eppure noi avevamo bisogno solo di essere capite. Il perché è spiegato in maniera capillare ed esaustiva da John Gray nel libro “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”, che approfondirò nel prossimo articolo di questa rubrica. Il costante desiderio di essere approvate e sostenute ci spinge a rinunciare alla nostra vera essenza per inseguire un’ideale di perfezione che non esiste, se non nella nostra fantasia. Cadere per poi rialzarci fa parte invece della nostra natura, anzi sono proprio le cadute che rendono più forte una Donna. Trasformarsi in un robot equivale a rinunciare alle emozioni della vita per essere a immagine e somiglianza degli uomini che hanno un altro modo di risolvere i problemi. Questo non significa che, con le continue confidenze e lamentele, dobbiamo fare del nostro compagno un martire, tutt’altro. E` importante, invece, prendere consapevolezza di quello che siamo trovando degli escamotage per non rovinare un rapporto d’amore e soprattutto per non ridicolizzarci! Scrivere un diario o parlare con un’amica potrebbe aiutarci a esprimere quel che proviamo senza rivolgerci per forza di cose a un uomo, che, ripeto, ha altre categorie mentali e diversi modi di comunicare. A ogni modo per capire una persona, uomo o donna che sia, è importante immedesimarsi, proprio come sosteneva mia madre. Esprime appieno questo concetto il film “Tootsie” (1982) con Dustin Hoffman nei panni di Michael Dorsey, un attore disoccupato, che riesce a trovare lavoro solo travestendosi da donna. Una vera e propria catarsi per Michael che comprende finalmente le ansie e le paure femminili, da lui stesso prima sminuite e sottovalutate…

Maria Ianniciello

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