Wer – La metamorfosi del male, trama e recensione del film

La trama e la recensione di  La metamorfosi del male che segna il ritorno inedito del lupo mannaro, distante dal licantropo di Twilight

 

wer - la metamorfosi del maleLe sale italiane hanno dato il loro bentornato dal 3 dicembre a una creatura che per secoli ha invaso l’immaginario collettivo come simbolo di orrore e mostruosità ma anche fascino e fierezza: il lupo mannaro. L’occasione si chiama Wer – La metamorfosi del male ovvero l’ultimo film di William Brent Bell scritto da Matthew Peterman. Siamo a Parigi dove una famiglia americana in vacanza è stata violentemente trucidata. L’avvocatessa Kate Moore (AJ Cook) è intenta a dimostrare l’innocenza di un sospettato di nome Talan (Brian Scott O’Connor) dall’apparenza quantomeno inquietante oltre che dalla mole impressionante. La polizia francese è convinta che sia stato lui e lo tratta alla stregua di un mostro. Kate, al contrario, vede davanti a sé un uomo addolorato per la recente scomparsa del padre e impaurito dalle conseguenze di un terribile omicidio che sostiene di non aver commesso. Se vi aspettate un film horror magari anche splatter non è questo il caso. Ma con l’incarnazione di Talan, Wer riesce a fornire allo spettatore una visione dell’uomo lupo inedita e originale, muovendosi attraverso stereotipi e leggende con grande destrezza. L’aspetto più sorprendente del film è che Wer delinea il ritratto di una creatura umana capace di tirare fuori l’aggressività più sfrenata di cui è egli stessa una vittima e non un mostro sinistro e assetato di sangue. Particolarmente azzeccata è la scelta di restituire al licantropo quella bestiale brutalità che l’hanno reso una storica icona horror. La storia criminale mondana serve solo a Bell e Peterman per dare il via al loro vero racconto ma la verità è che Wer è un film così interessante da spingerci quasi a rivalutare quel L’altra faccia del diavolo stroncato senza riserve.

Dimenticate il licantropo abbozzato e ridicolizzato di Twilight perché La metamorfosi del male riuscirà a catapultarvi in una nuova dimensione senza dimenticarsi di omaggiare il passato (vedi i titoli di testa quasi retrò). Anche l’espediente del found footage viene finalmente rivitalizzato attraverso inquadrature multiple che aggiungono crudezza alle immagini ed evitano il classico punto di vista del cameraman invisibile cosicché il risultato finale somigli molto di più a un film girato con dovizia che non ad una confusa ripresa fintamente amatoriale. La metamorfosi del male riesce dunque a emergere nel panorama di un genere che negli ultimi anni si è snaturato in una produzione poco innovativa e di livello mediocre. Dunque non sorprende leggere che a cimentarsi nella produzione di Wer sia Steven Schneider ovvero l’uomo che ha già sfidato le convenzioni hollywoodiane con gli esperimenti più o meno riusciti di Insidious e Paranormal Activity. Per quanto riguarda gli attori, oltre alla nota AJ Cook (The House Next Door, Final Destination 2) del cast colpisce molto la performance di Brian J. O’Connor, esordiente nella parte del licantropo. La sua fisicità portentosa gli è certamente d’aiuto nel rendere convincente il suo personaggio ma è poi con grande sensibilità che O’Connor riesce a restituirci il ritratto di un uomo più vittima degli eventi che un killer efferato. Buone le prove anche del resto della squadra di Kate formata da Simon Quarterman (L’Altra Faccia Del Diavolo) e dalla star della serie tv The Mentalist, Vik Sahay.

Trailer: http://youtu.be/UZNd-2HALsw

Rosa Maiuccaro

 

 

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