Violenza donne, Dacia Maraini all’Accademia dei Lincei

©G. M. Ireneo Alessi (Sinix) - Nella foto Dacia Maraini
©G. M. Ireneo Alessi (Sinix) – Nella foto Dacia Maraini

La violenza sulle donne è in aumento in Italia. Stando ai dati diffusi dal Telefono Rosa, la violenza si consuma tra le pareti domestiche e non è solo psicologica, bensì fisica. L’autore, per il 48 per cento, è il marito. Seguito dall’ex marito o convivente (al 23 per cento) e infine dal convivente con il 12 per cento. Le donne sono indifese, perché spesso dipendono economicamente dal compagno o dal marito. Quindi, nella maggior parte dei casi subiscono la violenza e non trovano il coraggio di ribellarsi. Molte però ci riescono e la loro vita, spesso anche in pericolo per le continue minacce subite, cambia. Si rimettono in discussione, scendono in campo, cominciano a lavorare, chiedono aiuto, costruendo così il proprio futuro su una solita autostima che era stata completamente distrutta dalla violenza. Oggi pomeriggio, martedì 23 aprile, presso la sede dell’Accademia dei Lincei di Roma si discuterà proprio della spinosa e delicata tematica della violenza sulle donne. Lo farà una delle firme più autorevoli della Letteratura Italiana Contemporanea che più volte si è messa in prima linea per difendere i diritti delle donne. Si tratta di Dacia Maraini. La scrittrice si chiede: «Da dove nasce la violenza di sesso?».

«Molti la considerano un fatto innato nella natura dell’uomo. Io – afferma Dacia Maraini nella presentazione della conferenza che si terrà oggi  – sono contraria a ogni attribuzione di tipo fisiologico. Solo i razzisti si appellano ciecamente alla natura come un destino inesorabile e sempre uguale. La violenza, come ogni altra espressione dell’essere umano è figlia di un modo storico di intendere il rapporto fra i sessi. Così come il concetto di matrimonio, di verginità, di prostituzione, anche la violenza nasce dai rapporti di forza – conclude Dacia Maraini – che nel tempo si sono stratificati e che le persone, uomini e donne, hanno introiettato, finendo per crederli prodotti della natura e non della storia».

Carla Cesinali

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