Sabina Guzzanti, “La Trattativa” e quella finta indignazione

Gli attori Sabino Civilleri (Massimo Ciancimino), Enzo Lombardo (barbiere) e Franz Cantalupo (Vito Ciancimino) durante una scena del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti, direzione della fotografia Daniele Ciprì
Gli attori Sabino Civilleri (Massimo Ciancimino), Enzo Lombardo (barbiere) e Franz Cantalupo (Vito Ciancimino) durante una scena del film “La Trattativa”, regia di Sabina Guzzanti, direzione della fotografia Daniele Ciprì

La 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è agli sgoccioli, il pubblico latita e i critici stanno cominciando ad abbandonare il Lido. La Trattativa, il nuovo film di Sabina Guzzanti, ha ringalluzzito i giornalisti e risvegliato le loro coscienze tanto da essere accolta da un lungo, quasi interminabile applauso. La Guzzanti sceglie un’impostazione teatrale per raccontare un evento che ha radicalmente cambiato il corso della storia politica del nostro Paese. Alla riuscita tecnica del suo film hanno collaborato il bravissimo direttore della fotografia Daniele Ciprì e un nutrito gruppo di addetti ai lavori, capitanato da Ninni Bruschetta. La narrazione parte dalle confessioni del pentito Gaspare Spatuzza del 2008 per poi ricordare in un flashback gli avvenimenti che hanno scosso il Belpaese dal 1990 al 1994, su tutti la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il ruolo meglio descritto è certamente quello assunto dall’ex sindaco di Palermo, ormai deceduto, Vito Ciancimino mentre le indagini legate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono lievemente accennate. Nonostante un’attenta ricostruzione dei fatti, la Guzzanti non riesce a raccontare nulla che un cittadino che partecipa anche solo minimamente alla vita politica di questo Paese non sappia già. Il risultato è un mix tra una puntata di Anno Zero di Michele Santoro, dedicata all’argomento, e una della serie televisiva Boris, da cui eredita un’ironia dissacrante.

Gli attori  Michele Franco (Giancarlo Caselli), Manuela Lo Sicco (Magistrato), Ninni Bruschetta (Magistrato) e Marcello Mazzarella (Magistrato) durante una scena del film "La Trattativa", regia di Sabina Guzzanti, direzione della fotografia Daniele Ciprì
Gli attori Michele Franco (Giancarlo Caselli), Manuela Lo Sicco (Magistrato), Ninni Bruschetta (Magistrato) e Marcello Mazzarella (Magistrato) durante una scena del film “La Trattativa”, regia di Sabina Guzzanti, direzione della fotografia Daniele Ciprì

L’imitazione che la stessa Guzzanti fa di Berlusconi appare ripetitiva, nauseante e decisamente superata. Allo stesso modo, il suo film non brilla né per la freschezza dei suoi contenuti, né per audacia e benché meno per le sue ardite considerazioni. La regista romana, che aveva centrato il segno con documentari come Draquila o Viva Zapatero!, sceglie di ridicolizzare una classe dirigente, i cui peccati conosciamo a memoria, senza porsi un quesito fondamentale: “E’ vero, i nostri politici sono ridicoli. Ma quanto è ridicolo un popolo che permette tutto questo?”. Il film è più che altri rivolto probabilmente a coloro che si ostinano a votare un partito che ha ormai esaurito la sua forza propulsiva e a non guardare in faccia alla realtà. Come se fosse certo che quelle stesse persone accorreranno al cinema per erudirsi quando hanno le informazioni a portata di un click e decidono consapevolmente di non farlo! La Trattativa fallisce decisamente dal punto di vista giornalistico, confermando quell’attitudine che ci ha ridotti alla situazione di stallo in cui ci troviamo. Dunque, noi italiani siamo solamente capaci di indignarci o sappiamo fare anche altro? La Guzzanti sembra darci una risposta che non fa ben sperare.

Trailer: http://youtu.be/nP57zq1euvA

Rosa Maiuccaro

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