The Gallows – L’esecuzione

the-gallows-l-esecuzioneThe Gallows – L’esecuzione, ovvero “invito ad una decapitazione”, anche se il romanzo surreale di Nabokov c’entra ben poco. Riciclando a suon di found footage l’abusata “paura in palcoscenico” – e il richiamo a Hitchcock o ai vari fantasmi annidati dietro le quinte di teatri maudit è cosa ovvia – i due registi Travis Cluff e Chris Lofing tentano ancora una volta la carta del mockumentary, questa volta di ambientazione teatrale, dopo il primo vero e proprio cult in P.O.V Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato e a sedici anni di distanza da The Blair witch project (1999), vero apripista di un genere che si era all’epoca appiattito su se stesso e che con la saga di Paranormal activity è risorto a nuova vita. Ma i fatti cruenti che toccheranno in sorte a quattro sfortunati liceali, non hanno nulla a che vedere con la poesia gotica del Fantasma dell’opera o, meno che mai, con thriller sanguinari come Opera del nostro Dario Argento, in cui ad essere maledetto era il Macbeth shakespeariano. Nel lungometraggio, nato come finto trailer realizzato con un budget di soli 15 mila dollari, la leggenda perde i suoi connotati soprannaturali e si riduce a una stringata favola nera funzionale solo alla messa in scena. Di color rosso sangue ci sono solo pochi graffi sul collo e le illuminazioni al neon di un claustrofobico teatro scolastico, quello della Beatrice High School in Nebraska. Ma andiamo con ordine: nel 1993 la rappresentazione della pièce teatrale “The Gallows” finì in tragedia, allorché le corde del cappio di scena si strinsero realmente intorno al collo del giovane Charlie Grimille e realmente lo uccisero dinanzi agli attoniti spettatori. Dopo vent’anni dai fatti cruenti, quattro studenti del liceo sono chiamati a interpretare di nuovo l’opera e si ritrovano, a causa di una malsana idea di uno di loro, rinchiusi nel teatro del liceo, vittime sacrificali di chissà quale maligna entità vomitata dalla tomba o altro ancora. La caccia all’uomo è aperta. Tra i (pochi) meriti di un film come The Gallows – L’esecuzione c’è senza dubbio la sapiente costruzione stilistica in cui gli ambienti labirintici sembrano stringersi attorno ai ragazzi meglio di qualsiasi cappio stregato. Non va omesso nemmeno l’ottimo utilizzo degli effetti sonori che creano una suspense giocata sul dialogo continuo – a tratti eccessivo – interrotto bruscamente da rumori sinistri di cavi metallici e tubature o da usuali cigolii di porte e finestre. Per il resto, l’impostazione registica è quella dei vari Paranormal activity, con l’escamotage del finto documentario che, fatte salve le modifiche contestuali legate agli ambienti o quelle narrative legate alla storia, qui poco più che corollario, non fanno brillare l’opera prima del duo Cluff-Lofing per originalità. Non aiuta neanche la natura stereotipica dei protagonisti, imbrigliati nei più classici dei cliché da “teen movie” retrivo. Il team capitanato da un finto-geek, dalla bella e biondissima cheerleader, l’attricetta compita e il ritroso spasimante, diventa altro materiale da “parodia involontaria”; d’altro canto, è inutile aspettarsi l’ennesima sorpresa come fu Quella casa nel bosco (2012) in un panorama cinematografico che sfrutta ormai l’horror come genere prodotto in serie senza varianti significative. Per questo motivo The Gallows – L’esecuzione appare come un revival anni ’80 in cui la (solo presunta) creazione di un ibrido tra uno slasher movie (senza sangue) e un video finto amatoriale che strizza l’occhio ad altri film del settore, è di per sé una trovata che giunge fuori tempo massimo. Se poi il livello qualitativo del girato si attesta sulla medietà assoluta – escludendo qualche scena ben congegnata – il risultato appare parecchio deludente. Voto: [usr 2.5]

 

The Gallows – L’esecuzione, trailer

Vincenzo Palermo

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