Subsonica: i concerti e quella carica “labirintica”

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I Subsonica? Durante i loro concerti (e non solo) hanno una caratteristica particolare, sottovalutata da molti, di cui pochi, pochissimi gruppi sono dotati: l’unicità. Nel corso degli anni sono riusciti a costruire uno stile talmente personale e talmente diverso da tutti gli altri che chiunque riesce a riconoscere le loro canzoni alla prima nota. Piacciano o non piacciano, nel momento in cui un loro brano passa in radio, tutti sanno a chi appartiene e cosa andranno ad ascoltare. Ed è proprio questo che li rende una delle migliori band italiane. In mezzo ad un panorama musicale che sembra sempre tutto uguale e ormai orientato al ribasso, loro riescono a differenziarsi e a creare un’atmosfera inimitabile. Un’atmosfera che ieri sera, 21 luglio, al Postepay Rock in Roma è diventata più incandescente che mai. E non per colpa del caldo disumano della Capitale, ma per merito di quel mix tra elettronica, dub, dance e rock che, mescolato sapientemente, diviene alimento base del corpo umano e genera una carica d’energia tale da spingere il pubblico presente a cantare e ballare per più di un’ora e mezza nonostante i 40 gradi degli ultimi giorni costringano tutti ad andare avanti in riserva.

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I concerti dei Subsonica sono un’esperienza potente, potentissima. Samuel, Boosta &Co. riescono a coinvolgere l’intero Ippodromo delle Capannelle che, grazie anche alla promozione di Postepay, che ha regalato il biglietto ai possessori della carta, risulta pieno e bellissimo nonostante le temperature africane e il traumatico lunedì estivo. Un live, che non solo dovrebbe essere preso a modello per il modo in cui la band riesce a esaltare anche l’ultimo degli avventori capitato lì per caso ma anche per la maniera in cui i musicisti sul palco sono riusciti a palesare alla perfezione le differenze fondamentali che ognuno di noi coglie nel momento in cui assiste a un concerto di un gruppo italiano e a quello di uno straniero. Perché nonostante le più grandi band internazionali riescano a regalarci emozioni uniche e irripetibili, quando ci troviamo ad ascoltare due ore di musica italiana, l’esaltazione è differente, forse più familiare, più naturale, più “nostra”, a prescindere dal numero di volte in cui abbiamo avuto la possibilità di vederli dal vivo. Fino alle 22.30, orario in cui la band torinese è finalmente salita sul palco, il pubblico del Rock in Roma è tutto urla e fischi d’attesa. Il live comincia con un “Colpo di Pistola”, brano simbolo dei Subsonica, tratto da una delle pietre miliari della discografia italiana, quel “Microchip Emozionale” che molti di noi nell’adolescenza hanno consumato a forza di “repeat”. Subito dopo si torna al presente con l’ottima “Lazzaro” e Samuel Romano saluta il pubblico del Rock in Roma, giocando, cominciando ad ingolosirlo con maestria “sarebbe bello trasformare tutto in una Discoteca Labirinto”. L’acquolina in bocca dei presenti viene però “delusa” dall’inizio di “Glaciazione” che riesce comunque a dare la botta d’energia definitiva che fa decollare il live. L’attesa per il brano citato in precedenza dura però solo pochi minuti, perché subito dopo, un urlo accompagna le prime note di “Disco Labirinto”. Poi di seguito “Nuvole Rapide” e “Nuova Ossessione”.

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La storica canzone dei Subsonica riesce a far ballare tutti e crea un curioso contrasto con ciò che viene dopo, quella “Up Patriots to Arms” di Battiato che dopo 35 anni riesce ancora a sorprendere per la sua forza. A metà concerto il cantante chiede scherzosamente al pubblico di scegliere, il concerto può andare avanti in maniera “tranquilla” con ballate rilassanti che non facciano “sudare” nessuno, o può continuare a far boccheggiare tutti con botte d’energia elettronica magistrali. La scelta è semplice. Il live prosegue tra brani tratti dall’ultimo album e canzoni storiche: “Veleno”, “Il Diluvio”, “L’errore”, “Io sto bene” (cover dei CCCP) e poi “L’odore” confermano ancora una volta come il pubblico romano si esalti con il passato pur apprezzando il presente e la sua qualità. subsonica-concerti-live-romaIl concerto dei Subsonica si chiude con un altro simbolo della band. Arriva “Tutti i miei sbagli”, in versione semi-acustica, quella stessa canzone che da sedici anni a questa parte nessuno riesce ad ascoltare rimanendo fermo e tranquillo. L’adrenalina è al culmine, le forze cominciano a vacillare e i presenti continuano a boccheggiare per il caldo. Tutti pregustano già una doccia fredda, ma i coraggiosi non rinunciano a partecipare al Dj set di Boosta che chiude la serata. I Subsonica durante i loro concerti ammaliano con la loro energia elettronica i palchi d’Italia, confermando anche all’Ippodromo di Capannelle, per l’ennesima volta, di essere una delle migliori band italiane da ascoltare (e ballare e urlare) live.

Vittoria Patanè

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