Pena di morte, l’appello di Anthony Farina

farinaAnthony Farina (nella foto), il cittadino americano di origini italiane, per il quale le associazioni Reprieve, Nessuno tocchi Caino e Comunità di Sant’Egidio hanno promosso una campagna per il riconoscimento della cittadinanza italiana (ottenuta lo scorso 2 novembre) e contro la sua condanna a morte, ha presentato il 13 marzo 2013 il suo ultimo ricorso alla Corte d’Appello degli Stati Uniti, per chiedere la revoca della sentenza capitale. A comunicarlo con un comunicato proprio l’associazione Nessuno Tocchi Caino.

La nota di Nessuno Tocchi Caino – All’udienza ha partecipato in rappresentanza del Governo italiano anche il Console Generale Adolfo Barattolo, che ha presentato un “amicus curiae” volto a sostenere la contrarietà al diritto internazione di una condanna a morte nei confronti di una persona che non ha né ucciso né avuto l’intenzione di uccidere. Anthony Farina, la cui famiglia è originaria di Santo Stefano di Camastra (Messina) aveva 18 anni nel 1992 quando, insieme al fratello sedicenne Jeffrey, rapinò un fast food a Daytona Beach, in Florida. Il fratello sparò e uccise una dipendente, ma essendo minorenne all’epoca dei fatti la sua pena è stata tramutata in ergastolo, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo 25 anni. Anthony, invece, pur non avendo materialmente commesso l’omicidio, si è ritrovato condannato alla pena capitale dopo un processo in cui il pubblico ministero, invocando la Bibbia, si era proclamato “agente di Dio”. Il caso ha visto la mobilitazione anche dell’organizzazione “Americani Uniti per la Separazione tra Stato e Chiesa” e di una coalizione di gruppi religiosi americani contrari alle affermazioni del Pubblico Ministero di essere “servo di Dio” e “ strumento di punizione divina”. Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Re, il sindaco di Santo Stefano di Camastra che si è rivolto al Presidente della Repubblica e al Papa. Nell’ipotesi di rigetto di quest’ultimo appello presentato da Anthony Farina, resterà il ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti che però non ha l’obbligo di esaminare il caso. Non resterà poi che la richiesta di grazia al governatore della Florida che la concesse, l’ultima volta, nel 1983.

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