Nobraino in concerto al Planet di Roma, la recensione

Nobraino concerto RomaIeri sera, 16 gennaio,  è finalmente stata sancita una tregua tra i Nobraino e Roma. Costretto in passato a esibirsi in location che acusticamente non rendevano giustizia alla loro musica e creavano non pochi problemi logistici ai fan, il gruppo di Lorenzo Kruger ha finalmente trovato un luogo capace di esaltare lo spettacolo adrenalinico che i cinque musicisti riescono a portare sul palco in ogni data del loro lunghissimo tour. Ad accoglierli nella Capitale c’è un Planet (sì, è l’ex Alpheus) gremito, caldo (la temperatura era a tratti caraibica) e pronto a ballare e cantare per quasi due ore.

Chi ha assistito in passato a un loro concerto (per me il primo fu nel lontano 2010) fa fatica a non cogliere il percorso che la band ha fatto negli ultimi anni. La crescita si vede, e soprattutto si sente. Ciò che invece rimane intatto è l’impatto emotivo che i Nobraino hanno sul proprio pubblico grazie a un live forte, divertente, che fa dell’anticonvenzialità il suo marchio di fabbrica senza rinunciare alla qualità dei suoni e dei testi.

Alle 10.45 il gruppo sale sul palco. Giusto un paio di canzoni per carburare e arriva subito “Il Minotauro”, brano del 2012 ormai divenuto un vero e proprio classico. I fan cominciano a scaldarsi e su “Endorfine” tutti i presenti si lasciano andare trascinati dal testo provocatorio e dal ritmo incalzante. Mentre Kruger con la sua voce baritonale canta “se volete una droga sana allora non vi resta che un po’ di musica dentro la testa”, il live cambia marcia e il coinvolgimento del pubblico sale sempre di più.

Nobraino Roma concerto

“Lo scrittore” sembra la degna premessa per “Hotel Supramonte”. La cover di De André è una novità per i romani che la accolgono con fervore. L’esibizione è all’altezza delle aspettative, una versione che non mortifica l’originale (e non è facile quando ci si confronta coi mostri sacri), alla quale i Nobraino hanno aggiunto il loro tocco peculiare. L’influenza che il cantautorato italiano ha avuto sulla band (e in particolare sul cantante, autore dei testi delle canzoni) si percepisce chiaramente e, per sciogliere anche l’ultimo dubbio, arriva “Miché”, brano con il quale Kruger modifica il finale della celeberrima “La ballata di Miché”, confermando ancora una volta la matrice cantautorale della sua scrittura.

A metà concerto ecco “I signori della corte”, sicuramente uno dei pezzi migliori sfornati dal quintetto. Un brano forte, dotato di un testo carico di significati e impreziosito da un ottimo arrangiamento . Subito dopo, mentre Nestor Fabbri accenna un riff che ricorda i “Rage against the machine”, inizia il rito simbolico della rasatura (inaugurato nel 2012 al Concerto del Primo Maggio, durante il quale Lorenzo Kruger lasciò a bocca aperta i presenti a Piazza San Giovanni, prendendo in mano un rasoio elettrico e “facendosi lo scalpo”) con il quale il leader del gruppo accompagna “Il Mangiabandiere”.

Il live si avvia verso il finale. Con “Film Muto” e “Cecilia” i Nobraino accontentano i fan d’annata poi, a chiudere il cerchio, arriva “Bifolco”.

Anche in questo 2015, i Nobraino si confermano animali da palcoscenico, guidati da un Lorenzo Kruger (che stavolta ha “saltato” un po’ meno è si è regalato “solo” un paio di stage diving) che come sempre attira su di sé tutta l’attenzione del pubblico.

Quando si va a sentire (e a vedere) questo gruppo, c’è un’unica cosa di cui si può essere certi: ci si diverte, e pure parecchio.

Vittoria Patané

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto