IL BOSONE DI HIGGS E LA NOSTRA VITA

La scoperta del bosone di Higgs è stato il più importante risultato ottenuto in campo scientifico nel 2012. Si tratta di una componente fondamentale della fisica, in grado di far capire la struttura e l’evoluzione dell’Universo. Proprio al Bosone di Higgs sarà dedicata una conferenza all’Accademia dei Lincei che si terrà domani, venerdì 11 gennaio 2013, alle ore 11.00. A descrivere questa importante scoperta sarà Fabiola Gianotti, che ha guidato il gruppo di oltre 3.000 scienziati che hanno realizzato la scoperta.

Questo bosone, noto come “la particella di Dio” è stato teorizzato da Peter Higgs nel 1964 e da allora cercato dai fisici negli acceleratori di tutti il mondo per oltre 50 anni e finalmente nel luglio del 2012 presso i laboratori del CERN di Ginevra è stata scoperta una nuova particella che potrebbe essere proprio il bosone di Higgs. Fabiola Gianotti descriverà nella conferenza gli strumenti senza precedenti che hanno permesso questo risultato, il contributo Italiano, il significato fisico e la portata di questa scoperta, e le sue implicazioni per la vita di tutti i giorni.

Nel pomeriggio i lavori dell’Accademia dei Lincei proseguiranno con altre tre manifestazioni. Alle 15.00 Maria Concetta Morrone parlerà di “Spazio, tempo e numero nel cervello”.

«Percepire –spiega Morrone – è un’operazione di una facilità ingannevole: aprendo gli occhi vediamo un mondo variegato pieno di oggetti, tutti perfettamente definiti sin nei minimi dettagli e stabili nel tempo e nello spazio. Ma i meccanismi sfruttati dal nostro sistema neurale per realizzare questo miracolo percettivo sono tutt’altro che chiari. I nostri occhi si muovono di continuo, spostando l’immagine sulla retina, ma il cervello riesce a calcolare con precisione il numero di oggetti visibili, la loro posizione nello spazio e i cambiamenti del loro aspetto nel tempo. In passato lo spazio, il tempo e il numero sono stati studiati separatamente, e concepiti quali dimensioni indipendenti, ma le ultime ricerche di vari laboratori, incluso il mio, indicano che in realtà esse sono intimamente legate: la determinazione temporale degli eventi dipende dalla collocazione spaziale, e sia il tempo che lo spazio sono strettamente connessi ai numeri. Questi risultati suggeriscono che il nostro cervello utilizzi un sistema neuronale di metrica percettiva comune fortemente adattativo».

Alle 15,30 Fausto Zevi parlerà su “Cicerone e il suo monumentum”. La giornata si chiuderà con la presentazione dei “Dizionari dialettali di valli delle Alpi Retiche fra etnologia e grammatica”, con G. Antonioli, R. Bracchi, M. Prandi. Coordina il socio Linceo Luca Serianni.

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