Guns N’Roses, siamo sicuri che la reunion sia cosa buona?

 

Guns N’Roses

Ma siamo sicuri che la reunion dei Guns N’Roses sia cosa buona e giusta? Ne parliamo da vent’anni, l’aspettavamo da vent’anni, e adesso che la reunion dei Guns N’Roses sembra cosa fatta i timori prendono il posto della speranza. Perché siamo cresciuti, siamo delle persone diverse, noi insieme a loro, perché la grandezza non è un qualcosa di acquisito che dura tutta una vita, ma spesso si perde strada facendo, logorata dai litigi e dall’esperienza, distrutta da quello che siamo diventati e dall’odio che per anni ci siamo portati dietro. E soprattutto perché finché non li vedremo su un palco insieme probabilmente non ci crederemo. Fatto sta che adesso abbiamo una conferma e una data ufficiale: Axel Rose, Slash e Duff McKagan, tre dei membri originali e più rappresentativi di una delle band più importanti, contrastate e amate del rock internazionale saliranno di nuovo sullo stesso palco il 16 e il 23 aprile 2016 al Coachella & Arts Festival di Indio, in California. I due galli torneranno a vivere nello stesso pollaio dopo essersi privatamente e pubblicamente disprezzati per più di due decadi, dopo aver più volte soffocato i desideri di milioni di fan in attesa di una buona notizia escludendo categoricamente ciò che invece sta avvenendo. Secondo le ultimissime indiscrezioni ci sarebbero nuovi pezzi già pronti e un tour nordamericano di 25 date in preparazione. Un sogno che si realizza, anche se non sappiamo come e perché e forse ci importa nemmeno saperlo.

Poche ore fa, sulle pagine Facebook ufficiali dei Guns N’Roses, il cui marchio appartiene al cantante, di Slash e di Duff McKagan sono comparse in contemporanea delle immagini che raffigurano il logo del gruppo e la scritta Coachella, a confermare di nuovo che stavolta è vero. Non sono solo voci, non sono solo speranze, i Guns N’Roses tornano ad essere i Guns N’Roses, non la copia sbiadita di C​hinese Democracy ​e neanche gli Snakepit o i Velvet Revolver, sono proprio loro. O meglio, proveranno ad essere loro, perché di anni ne sono passati tanti e adesso dobbiamo solo augurarci che non siano stati troppi. I motivi di questa reunion non li sappiamo e forse non li sapremo mai. Proprio come non abbiamo mai saputo veramente cosa portò vent’anni fa alla divisione. Si dice che Saul Hudson, stanco delle manie da prima donna di Axl Rose, decise di andarsene sbattendo la porta dopo l’ennesimo litigio, si disse che un palco solo fosse troppo stretto per l’ego immenso di quei due, tutte congetture che non forniscono alcuna certezza. Le stesse congetture che possiamo fare adesso sul ritorno di fiamma tanto improvviso quanto inaspettato. Mettendo un attimo da parte l’amore per una delle band più grandi della storia della musica, impossibile non pensare che finalmente abbiano smesso di farsi una guerra inutile iniziando a ragionare col cervello. Il che significa vedere che per due decenni nessuno dei due è mai riuscito a raggiungere le vette toccate in passato, musicalmente e soprattutto economicamente. Non c’è mai stato un altro Appetite for Distruction, non c’è mai stata la grandezza di un gruppo che con una manciata di album è riuscito ad entrare nel mito. Per 20 anni Axl Rose è sembrato il fantasma di se stesso, quello che ne ha patito più le conseguenze del divorzio, vocalmente, musicalmente e fisicamente mai all’altezza in ogni tentativo che abbia fatto. Di gran lunga superiori i risultati di Slash, prima con gli Snakepit, caduti nell’oblio, ma di tutto rispetto, poi con i Velvet Revolver. In questo secondo caso fare i conti con il compianto Scott Weiland non dev’essere stato facile per il chitarrista riccioluto. Di nuovo una prima donna dal carattere impossibile, proprio come Axl, proprio come lui. Poi la carriera da solista e la collaborazione con Myles Kennedy e The Conspirators. Un sodalizio che i fan italiani hanno potuto ascoltare e apprezzare (parecchio) la scorsa estate al Rock in Roma.

Guns N’Roses-reunion

Sia per l’uno che per l’altro però scalare di nuovo la vetta è stato impossibile. Ricongiungersi è un modo per riprovarci. Ma è proprio qui che arriva la paura. Irrazionalmente, venendo a conoscenza della reunion non ho potuto fare a meno di sorridere, di pensare ai tempi in cui non mi muovevo da casa senza il mio lettore CD e Axl Rose che mi strillava nelle orecchie. Sono la mia adolescenza, sono loro che mi hanno “iniziato”. Ho sempre visto questa band come il mio personale “Caronte”che, attraverso un assolo prorompente o un acuto straziante, mi ha traghettato verso quella che tutt’oggi considero la “vera musica”. Come tutti coloro che li hanno visceralmente amati ho sempre avuto la speranza di rivederli insieme, almeno per una volta. Lo hanno fatto i Led Zeppelin alla O2 Arena, perché non loro? E infatti eccoli qua, uno con il cilindro, l’altro con la bandana, pronti a regalarci di nuovo i Guns N’Roses quando ormai non ci credevamo più. Il punto è: saranno ancora in grado? Slash è quello che dà più sicurezze, su Axl i dubbi sono parecchi. Aspettarsi lo stesso suono di 28 anni fa è irrealistico, ma sperare che non facciano rimpiangere gli anni in cui si insultavano sulle prime pagine dei giornali si può. Questa reunion forse ha più motivi economici che sentimentali e ignorarlo sarebbe da stupidi, forse a volte è meglio sospirare pensando al passato che ritrovarsi davanti un presente deludente e ancora una volta non all’altezza. Ma forse, e qui è la fan a parlare, saliranno su quel palco e spaccheranno di nuovo, facendoci ballare, cantare, sorridere. Facendoci affermare che i Guns N’Roses sono tornati. Per davvero.

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