EPILESSIA INFANTILE: UN DIFETTO DI LINK

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Scoperto il difetto epigenetico alla base dell’epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. A identificare il link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia, lo studio realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, finanziato dall’associazione francese ‘Jerome Lejeune’. La ricerca è stata pubblicata su American Journal of Human Genetics.

«L’epilessia associata all’instabilità da triplette del gene ARX, attivatore della trascrizione del Dna, è una rara ma devastante forma di epilessia maligna, che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi», afferma la responsabile del lavoro Maria Giuseppina Miano dell’Igb-Cnr. «Le alterazioni di ARX innescano alterazioni a carico del gene bersaglio KDM5C, la cui proteina, un regolatore epigenetico, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire quali geni devono essere esclusivamente espressi per garantire un corretto sviluppo del cervello embrionale».

La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che «mutazioni del gene ARX danneggiano gravemente l’attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia», continua la ricercatrice. «Per comprendere le dinamiche alla base della patologia è stata analizzata quindi l’interazione irregolare tra i due geni e l’effetto che questo difetto ha sul differenziamento dei neuroni. Ciò ha consentito di identificare un’alterazione globale che avviene durante la maturazione dei neuroni GABAergici, una classe di interneuroni inibitori gravemente danneggiata nei bambini malati, provocando uno sbilanciamento funzionale dei geni».

Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell’arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. «Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Purtroppo, ad aggravare ulteriormente il quadro, spesso i neonati con tali deficit non rispondono alla terapia antiepilettica convenzionale», conclude Maria Giuseppina Miano. «In quest’ottica lo studio getta le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura delle epilessie refrattarie, in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico».

 

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