«La Merkel e l’Europa? L’Italia deve fare i compiti a casa»

Angel MerkelSecondo Klaus-Dieter Frankenberger, caporedattore della sezione affari esteri del Frankfurter Allgemeine Zeitung- il più autorevole quotidiano liberal-conservatore tedesco- Angela Merkel è «più indispensabile che mai» e il ruolo di primo piano della Germania in Europa «ha radici strutturali», anziché politiche. Un’analisi non condivisa da molti analisti, anche tedeschi. Per capire quale sarà il ruolo della Germania in Europa, e quindi di conseguenza poter fare delle previsioni sul destino dell’Italia nell’immediato futuro, abbiamo intervistato Carlo Altomonte, professore associato di Politica Economica Europea all’Università Bocconi di Milano.

Lei ritiene che la Merkel si sia guadagnata questo successo o lo abbia solo ereditato?

La Cancelliera, a mio avviso, ha meritato il successo, perché ha lavorato molto sulla comunicazione, facendo leva sui sentimenti dell’elettorato tedesco; cioè la Merkel ha cominciato a raccontare che la crisi era stata causata dalle inefficienze dei “pigri” del Sud Europa- dal deficit e dal debito di questi Paesi- senza capire che essa aveva radici più profonde. Poi, però la Germania ha dovuto fare parziale marcia indietro; nel senso che ufficialmente è stata coerente, ma nella pratica la sua linea è stata più morbida sulla questione del debito e del deficit. Al contempo però ha comunicato la sua forza. E tutto questo ha avvantaggiato la Cancelliera; comunque si tratta di una vittoria a metà, perché la Merkel è più debole di prima, quando aveva una coalizione di fedelissimi che erano nel Partito Liberale. Oggi deve andare a negoziare una coalizione di Governo, quindi avrà meno spazio politico. In realtà queste elezioni politicamente Angela Merkel le ha perse, nel senso che è stata talmente prevaricante, rispetto ai suoi alleati, che li ha fagocitati.

Thomas Schmid* sostiene che la Cancelliera sarà costretta a formare una coalizione con i Socialdemocratici e i Verdi, ma entrambi esitano perché sanno che chi si allea con la Merkel non ha possibilità di sopravvivere o di crescere. Lei condivide quest’analisi?

Sì, basti pensare che il Partito Socialista, dall’ultima volta che si è alleato con la Merkel, non è più andato al Governo, tuttavia un compromesso bisognerà anche trovarlo, perché, in un’epoca di profondi cambiamenti strutturali, il modello delle grandi coalizioni dà la possibilità di poter fare le riforme.

La Cancelliera adesso guiderà l’Europa, creerà un’Europa Tedesca oppure una Germania Europea?

Siccome la Merkel sarà obbligata a fare i conti con una coalizione interna, che chiede più solidarietà in Europa, creerà una Germania più Europea, che certo però non pagherà i debiti dell’Italia, la quale non sta facendo i compiti a casa, cioè le riforme richieste dalla Cancelliera. La Germania non ci sosterrà se noi non prendiamo dei provvedimenti seri per risolvere i nostri problemi. Invece noi continuiamo a bloccare il Paese a causa delle vicende private di una persona e questo la Merkel non riesce a capirlo. L’Europa deve sopravvivere alla globalizzazione, rendendo compatibile con il mondo globalizzato, come ha fatto la Germania, il sistema d’impatto sociale. Se l’Italia non fa le riforme- siccome fa parte dell’Unione Europea- danneggerà certamente anche gli altri Paesi, in primis la Germania.

Secondo il New York Times, la Germania per aiutare l’Europa a prosperare deve accettare una forte unione bancaria e meno austerità. Lei cosa ne pensa?

La Germania lo farà, ma in cambio di riforme, che sono state avviate in Grecia, Spagna e Portogallo, tranne che in Italia, la quale non fa i compiti a casa e questo significa aziende che chiudono o che sono cedute a partner stranieri.

m.i.

*Thomas Schmid è ai vertici del quotidiano tedesco Die Welt.

 

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