Coca-Cola Summer Festival: promossi e bocciati della prima serata

Coca-Cola SUMMER FESTIVAL_logoPotremmo definirlo il Festivalbar del nuovo millennio, o ancora, la rassegna musicale dell’estate 2.0. A colpi di Hashtag, Twitter, Facebook e chi più ne ha, più ne metta, la prima serata del Coca Cola Summer Festival è scivolata via senza intoppi né colpi di scena, decretando la sonora vittoria di Emma con la straripante “La mia città”. Primo round andato, dunque, tra alti (Laura Pausini premiata con l’Icon Awards come artista italiana più amata nel mondo) e bassi (l’immancabile playback messo in scena, malamente, dalla maggior parte dei cantanti).

Veniamo alle protagoniste della manifestazione: le canzoni. Il Coca-Cola Summer Festival, presentato da Alessia Marcuzzi, in compagnia di Rudy Zerbi e Angelo Baiguini (RTL 102.5) ha messo nel calderone musicale di tutto e un po’. Pezzi sentiti e risentiti che le radio passano da tempo, portandoci dritti allo sfinimento, e hit fresche, appena confezionate e pronte a conquistare le classifiche di vendita. A infiammare la gremitissima piazza del Popolo a Roma ci ha pensato l’ospite d’onore, Laura Pausini, con “Limpido”, singolo realizzato insieme all’amica Kylie Minogue. Una canzone che non brilla per originalità, ma che fa del ritmo e della semplicità le sue carte vincenti. E poi, diciamolo chiaramente: Laura, con la voce, la simpatia e il talento che si ritrova, potrebbe cantare anche l’elenco telefonico o la ricetta delle lasagne bolognesi e vendere comunque milioni di album nel mondo.

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Altro capitolo del festival: i promossi e i bocciati. Tra i Big più amati e che hanno ricevuto una valanga di voti (espressi attraverso l’Hashtag #dilloconunacanzone), figurano Emis Killa (la sua “Maracana” è uno dei pezzi più forti dell’estate 2014, nonostante evochi brutti ricordi calcistici), “Domani è un altro film” dei Dear Jack (la band del momento) ed Emma Marrone (prima classificata grazie anche a una performance grintosa e piccante). Bene anche Alessandra Amoroso con una versione emozionante di “Bellezza, incanto e nostalgia”, singolo estratto da “Amore Puro” (già disco di Platino), così come Dolcenera, una pantera sul palco di Roma sulle note della splendida “Niente al mondo”, hit radiofonica che anticipa l’uscita del nuovo disco di inediti. Infine, tra i migliori della serata, Antonio Maggio (a completare la lunga lista dei salentini vincenti): con la consueta ironia, il cantautore 26enne, fresco di Laurea, ha fatto ballare e divertire il pubblico con il brano “Stanco” (featuring Clementino), tratto dall’ultimo album “L’Equazione”. Un talento che meriterebbe maggior successo e attenzione nel panorama musicale italiano, visto il coraggio e la continua voglia di sperimentare che hanno sempre fatto parte del suo essere artista. Ottime le performance di Deborah Iurato, neo vincitrice di Amici 13, ancora troppo timida sul palco ma davvero incantevole quando intona “Anche se fuori è inverno”, e di Paolo Simoni con “Che stress”.

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Ed ecco i “flop” della prima serata della rassegna. Il piatto si presenta ricco di pessimi ingredienti: si va dalla noiosa e sopravvalutata “Dove è sempre sole” dei Modà (cosa sia accaduto, negli ultimi tempi, a Kekko-autore è un vero mistero), fino all’insipida “Your Wish” di Talisco (venduto come uno dei personaggi più interessanti della sfera indipendente europea). Anche l’ex coach di Amici di Maria De Filippi, Moreno Donadoni, non ha brillato: la colpa va sicuramente al pezzo hip hop presentato, “Prova microfono”, uno dei meno incisivi del suo ultimo disco (proporre “Col sorriso” o “Giro tutto il mondo” era chiedere troppo? De gustibus non disputandum est). Discorso a parte va fatto per i Tiromancino : la classe e la poesia dei testi di Federico Zampaglione sono indiscutibili, ma il nuovo singolo “Immagini che lasciano il segno”, in realtà di tracce ne lascia davvero poche. Tutti noi conosciamo il valore della band romana e sappiamo a memoria gran parte dei suoi brani, vere perle della musica italiana, ma questa nuova canzone non entra in testa e non convince pienamente. Infine Gabry Ponte che, sulla scia del successo come giudice di Amici, ha (purtroppo) pensato di produrre una nuova canzone, “Buonanotte giorno”, spacciata come capolavoro di romanticismo e d’amore, quando in realtà ha tutte le caratteristiche per essere letta come un “copia e incolla” di vecchi brani pop e dance.

Nel limbo, tra paradiso e inferno, collochiamo la coppia Gigi D’Alessio e Anna (Tatangelo), rispettivamente con i brani “Occhi nuovi” (energico anche se il pezzo sa di minestra riscaldata) e “Muchacha” (ennesimo scivolone di Kekko Silvestre, brano che però si inchioda in testa e non se ne va). Dubbi sul nuovo Francesco Renga: “Il mio giorno migliore nel mondo” (il titolo è tutto un programma) non ha nulla a che vedere con una hit estiva. Una ballad senza scosse emotive e priva di frasi esaltanti, nella quale la voce è costretta quasi a nascondersi e a tirare il freno a mano. Rimandato a settembre (magari con un altro singolo, grazie). Un po’ meglio Giusy Ferreri che con “Inciso sulla pelle” almeno qualche brivido lungo la schiena lo regala. In coda, Gianluca Grignani, tornato dopo ben tre anni con “Non voglio essere un fenomeno” (e meno male), Nek (con i suoi dubbi e le infinite domande al Padre Eterno in “Hey Dio”) ed Enrico Ruggeri, “In un Paese normale” con Ale & Franz (siparietto molto divertente che rivedremo in tour).

Il Coca- Cola Summer Festival ha ritagliato un piccolo spazio anche per i giovani emergenti. La prima serata ha visto trionfare (sempre tramite il meccanismo dei social network) il tatuatissimo Timothy Cavicchini (The Voice of Italy) con “Fondamentalmente”, un pezzo rock in perfetto stile Litfiba. Non c’è stata gara con la povera Violetta (quella di X Factor), munita di chitarra, bellezza e dolcezza (l’intonazione, evidentemente, è rimasta a casa). Chiusura dopo tre ore di musica (poca quella eseguita dal vivo), fiumi di baci, abbracci e sorrisi. Appuntamento alla prossima settimana, con nuovi top e flop made in Italy, ospiti internazionali e sorprese più o meno gradite. E, soprattutto, con una sola, grande certezza: Festivabar, quanto ci manchi!

Silvia Marchetti

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