Alessandro Baricco: Kate Moss, “gli strappi” e i moti perpetui

Recensione Palladium Lectures di Alessandro Baricco – Teatro Carlo Gesualdo di Avellino

La società contemporanea occidentale, votata al progresso e alla crescita, è pervasa da un moto discendente e ascendente, nel quale ogni tanto (non spesso) si crea uno strappo che cambia i gusti della collettività. La Storia della Cultura è come un animale che in genere si muove in modo elegante e sinuoso ma che ogni tanto s’inalbera e si gira, facendo un movimento brusco, illogico, proprio come se qualcuno gli avesse morso la coda. Così ogni cosa muta senza preavviso, come per incanto. Ruota intorno a quest’affascinante concetto la prima lezione delle Palladium Lectures di Alessandro Baricco (nella foto di repertorio in basso), tenutasi il 13 novembre presso il Carlo Gesualdo di Avellino, nell’ambito del cartellone Teatro Civile.

Alessandro Baricco

L’intervento dello scrittore di “Novecento” è stato una fonte d’ispirazione per nuove idee sulla vita, sulla crescita e soprattutto sul gusto in epoca contemporanea. Si è cominciato con il salto in alto e in particolare con Dick Fosbury, l’atleta che compì quello che Alessandro Baricco ha definito «lo strappo», saltando per la prima volta all’indietro, senza guardare l’asticella e andando così «contro ogni naturalezza». Era il 1968. Ma, quando si fa qualcosa che va in netta controtendenza, «c’è una resistenza piuttosto marcata», ha sottolineato lo scrittore. Da Nick Fosbury si è giunti a Kate Moss, che ha dato il via a un nuovo modo di intendere la moda e lo stile. Kate era magrissima, vestiva in modo trasandato ed era lontana dall’ideale di bellezza degli anni Ottanta ma all’improvviso è diventata un’icona di stile, conquistando le copertine delle riviste di moda più glamour. Alessandro Baricco però ha fatto di più e si è avventurato anche nei confini della musica lirica, con Renata Tebaldi e Maria Callas (colei che in questo settore compì «lo strappo», cambiando per sempre il modo di intendere e concepire l’Opera) per arrivare infine all’Arte Giapponese, non ossessionata dal progresso. L’umanità dunque si muove come un pendolo ed è alla continua ricerca del vero. Ma come nasce questo cambio di tendenza o meglio questo «strappo»? «Non ho risposte – ha sostenuto Baricco –, ma solo altre domande». La serata organizzata presso il Teatro Carlo Gesualdo è stata l’occasione, quindi, per riflettere sulla Storia della Cultura in modo originale e con un’estrema semplicità che ha coinvolto il pubblico senza mai annoiarlo.

Maria Ianniciello

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