ELOGIO DELL’EGOISMO, UN MANUALE PER TORNARE AD AMARSI

In una società dominata dall’individualismo e dal costante richiamo alla necessità di essere maggiormente solidali e disponibili verso gli altri, un libro come Elogio dell’egoismo  (Bompiani, pp. 120, Euro 10,00) di Armando Torno appare come una provocazione. Ma è l’autore stesso a spiegare il vero senso del suo scritto, che non esalta l’individualismo sfrenato e la ricerca spasmodica di denaro e benessere, ma vuole essere un monito a tornare a concentrarsi su di sé.

«Questo libro – scrive Torno – non è una vera e propria apologia dell’egoismo, ma un invito a pensare di più a se stessi. O se volete: a non farsi male ogni giorno più di quanto ce ne fanno gli altri». Questa necessità scaturisce proprio dal ritmo di vita frenetico in cui siamo inseriti ogni giorno. Tutto è stress, la quotidianità è una corsa continua e imparare a ritagliarsi dei piccoli spazi diventa fondamentale per star bene con se stessi e, di riflesso, con gli altri.

«La vita è un bene che abbiamo a disposizione soltanto per un certo tempo. Saper amalgamare una giusta dose di egoismo (ben temperato), che possiamo chiamare anche amor proprio, diventa il vero esercizio del saggio». E di saggi parla anche Torno nel suo libro quando cita gli autori da leggere per apprendere la sana arte dell’egoismo. Si va da filosofi del mondo antico come Seneca, Marco Aurelio ed Epitteto, ai medievali Tommaso d’Aquino e Dante Alighieri fino ad arrivare ai moderni Oscar Wild e Fjodor Dostoevskij. Dei veri maestri che ci insegnano a vivere in modo distaccato, senza lasciarsi trascinare dal turbinio della realtà.

«In un mondo – scrive ancora Torno – dove lo Stato ormai rapina i contribuenti con le tasse e non restituisce i servizi che i politici promettono durante le campagne elettorali (l’Italia insegna) e in cui le religioni predicano cose tanto belle ma non offrono esempi edificanti, vale la pena riscoprire l’amor proprio. O, quanto meno, arrangiarsi per sopravvivere».

Nel suo libro, l’autore fornisce una lunga lista di consigli, dal non rispondere a sms e email se non è strettamente necessario al ridurre al minimo gli incontri con i parenti, al concedersi momenti di ozio e riflessione. «Insomma – conclude – non lasciamoci schiacciare da questo o quello, perché nessuno alla fine ci ringrazierà. Le opere buone, dopo aver dato agli altri quel che ci è possibile, è giunto il tempo di compierle anche e soprattutto per noi. I periodi di crisi inducono alla legittima difesa. Poi penseremo meglio anche al prossimo. Come? Con filosofia o con qualcosa che le assomiglia».

Piera Vincenti

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