Paolo Masi. Nel mondo capovolto

   Deve aver riflettuto parecchio Paolo Masi, prima di decidere di invadere a modo suo in questi giorni proprio Piazza San Fedele, geometrico spazio di Milano nei pressi del Duomo. Vi ha distribuito qua e là sul pavimento una quantità di specchi tondi, ognuno con un piccolo disco colorato sovrapposto asimmetricamente, brillantissimo al sole. Una festa cromatica fatta di ricurvi bagliori e di riflessi su cui riflettere. Tant’è che l’Artista toscano ha intitolato Riflessioni riflesse la Mostra di cui sto parlando, una mostra ‘sui generis’ che induce il passante a guardare il mondo capovolto, ridotto in frammenti da ricomporre, per poi guardarsi dentro dilatando la mente.

Passeggiando per Milano - Copertina Spartito
Passeggiando per Milano – Copertina Spartito

   La ricerca sull’autoconsapevolezza individuale mediante il rispecchiamento frammentato dell’ambiente non è nuova per Masi, a sua volta consapevole da tempo che l’unico oggetto che non smette mai di riflettere è appunto lo specchio. La Mostra non è dunque un gioco messo a portata di… piede: lì in Piazza San Fedele, davanti alla gradinata della Chiesa diventata platea di un viavai curioso, gli specchi messi per terra restituiscono invertiti e a brandelli cielo e architetture, volti e borsette, scarpe e smartphone, vanificando scritte pubblicitarie e insegne di negozi, ridotti ad elementi ruotanti intorno alla statua di Alessandro Manzoni come intorno allo gnomone di una imprevista meridiana, collocata com’è nel punto in cui il grande scrittore cadde malamente ferendosi a morte.

   La consapevolezza creativa dell’Artista pervade all’improvviso ogni ‘visitatore’ che arriva ignaro, perfetto quindi da coinvolgere nella dimensione dell’arte. Direi meglio del ‘fare arte’ con luci, colori e con se stesso riflesso mentre riflette. Attenti tutti a circolare ruotando fra i tanti fragili specchi, si sorride senza calpestarli, i corpi si urtano con qualche imbarazzo, ma ci si sente finalmente persone pensanti nella massa di turisti e immigrati, dove ormai non puoi più aspettarti di sentir parlare lumbard, tantomeno canticchiare il celebre foxtrot d’epoca di Mario Bonavita (Marf) e Vittorio Mascheroni: Passeggiando per Milano, camminando piano piano,quante cose puoi vedere, quante cose puoi sapere…

ELIO GALASSO

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