CELIACHIA, DIAGNOSI E CURA

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La celiachia colpisce un italiano su 100. Il celiaco è intollerante al glutine, una componente proteica che si trova nel frumento e in altri cereali. Ma come si effettua una corretta diagnosi e quali sono i sintomi ce lo spiega Susanna Neuhold, responsabile dell’Area Food dell’Associazione Italiana Celiachia.

«Le manifestazioni cliniche della celiachia possono essere molto diverse – dice -. I sintomi intestinali sono comuni in bambini diagnosticati nei primi due anni di vita; i più frequenti sono arresto di crescita, diarrea cronica, vomito, distensione addominale, debolezza muscolare, anoressia e irritabilità. Tuttavia, con l’aumento dell’età in cui si manifesta la malattia, e con l’ampio uso di test sierologici di screening, sono stati frequentemente riconosciuti sintomi di esordio extraintestinali, che possono coinvolgere quasi tutti gli organi, anche in assenza di sintomatologia intestinale». Fra questi figurano osteoporosi, infertilità, aborti ripetuti, bassa statura, anemia sideropenica, ipoplasia dello smalto dentario, diabete mellito, tiroidite autoimmune, alopecia, epilessia con calcificazioni cerebrali e il linfoma intestinale.

«Se c’è un sospetto di celiachia, bisogna andare dal proprio medico curante per farsi prescrivere un prelievo del sangue che va eseguito senza eliminare gli alimenti che contengono glutine dalla propria dieta», spiega la Neuhold. La diagnosi  si effettua infatti mediante dosaggi (anti-tTG) sierologici: gli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio (EMA) di classe IgA. Il nuovo test degli anticorpi antigliadina deamidata di classe IgG si è dimostrato di grande utilità per identificare la celiachia nei pazienti con deficit di IgA e nei bambini in tenera età (inferiore ai 2 anni). Di importanza ormai limitata sono invece gli AGA (anticorpi antigliadina di classe IgA e IgG) che avevano rivoluzionato lo scenario della celiachia all’inizio degli anni Ottanta.

«Se le indagini sul sangue dovessero dare esito positivo, per la diagnosi definitiva è necessaria la biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, per determinare l’atrofia dei villi intestinali attraverso l’esame istologico – precisa Susanna Neuhold -. Fatti gli accertamenti, il celiaco ha diritto, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e fino a un tetto massimo di spesa, all’erogazione gratuita dei prodotti dietetici senza glutine indicati nell’apposito Registro del Ministero della Salute». La celiachia può essere curata solo attraverso la dieta.

«In commercio esistono da molti anni prodotti che vanno a sostituire tutti quegli alimenti che contengono il glutine – sostiene la Neuhold -. Inoltre, bisogna prestare attenzione alle contaminazioni e questo purtroppo è l’aspetto più difficile da gestire soprattutto quando ci trova fuori casa».

Maria Ianniciello

 

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