Libri e vacanze, “La figlia della fortuna” di Isabel Allende

La figlia della fortuna“[…] Nel frattempo, per Eliza le ore trascorrevano con terribile lentezza in un vortice di sentimenti confusi. Non sapeva se fosse giorno o notte, martedì o venerdì, se da quando aveva conosciuto quel giovane fossero passate ore o anni […]”. L’amore passionale, a volte, può essere troppo ingiusto. Esso è un tiranno che nulla dà e tanto chiede soprattutto a una ragazza ingenua come Eliza Sommers, che cresce sospesa tra due realtà, quella benestante della sua famiglia adottiva, con miss Rose Sommers che le insegna le buone maniere dell’alta società inglese, e quella di Mama Fresia, una donna cilena che crede nell’esistenza di un mondo misterioso governato da spiriti, i quali possono essere esorcizzati con intrugli da realizzare per ogni sorta di maleficio. Siamo nella seconda metà dell’Ottocento e i personaggi menzionati sono il prodotto della fantasia di Isabel Allende, autrice del coinvolgente romanzo “La figlia della Fortuna” (Feltrinelli, euro 8,50) che insieme a “La casa degli spiriti” e a “Ritratto di seppia” costituisce una sorta di trilogia ideale, nella quale ritroviamo personaggi, luoghi e vicende, che – anche se non seguono un preciso ordine cronologico – si materializzano tra le pagine dei tre romanzi, i cui protagonisti sono sempre e solo donne, vere e proprie eroine. Eliza lascia il Cile per inseguire il suo amato Joaquin Andieta in California, dove si è scatenata una spietata caccia all’oro. Seguendo le gesta di questa donna tenace ed emancipata, il lettore si avventurerà nel profondo e selvaggio west americano, conquistato dai cercatori d’oro e dalle carovane di famiglie che crearono intere città, “facendo così l’America”. Una su tutte San Francisco, dove Eliza si stabilisce per un po’ con il suo amico cinese, Tao Chi’en, un medico che coniuga i metodi pragmatici della medicina occidentale con la saggezza delle cure orientali. In America la nostra eroina, travestita da uomo, si sente finalmente libera grazie a un’energia innata che lei non sapeva di possedere. Una forza che le dà coraggio di fronte alle avversità e le consente di percorrere altri sentieri, lasciando la sua vecchia vita alle spalle. Eliza non è bella, ma mettendo in pratica gli insegnamenti di miss Rose ha affinato delle qualità che in California le saranno utili. “La figlia della Fortuna” è un libro da leggere, in ogni periodo dell’anno, ma è d’estate che questo romanzo acquisisce un sapore ancor più gradevole, soprattutto se letto sulla spiaggia mentre le onde del mare accarezzano la sabbia.

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