Gemitaiz & Madman e il nuovo album, la recensione di “Kepler”

G&M

 

“Kepler” è il titolo del nuovo album di inediti di Gemitaiz & Madman, entrato direttamente alla numero uno dei dischi più venduti in Italia. Il duo romano ha realizzato un progetto di elevata qualità artistica, decisamente superiore alla media, aggiudicandosi, senza se e senza ma, il titolo di miglior rivelazione hip hop di casa nostra. Gem e Mad hanno appena 25 anni ma, nonostante la giovane età, mostrano una certa maturità nella scrittura dei testi e uno stile unico nell’arrangiamento delle canzoni. Sedici le tracce di “Kepler” (uscito su etichetta Tanta Roba/Universal Music), curate da ottimi producer della scena (ad esempio, Del, 3D, Fr3netik & Orange, P.K.) e impreziosite dalla collaborazione di ospiti quali Coez, Gué Pequeno (con il quale hanno già lavorato in passato), Jake la Furia, Clementino e Jay Reaper.

Gemitaiz-e-MadMan

 

Primo brano dell’album è “Il giorno del giudizio”, dal ritmo frenetico, martellante, a tratti ipnotico. Il duo parte cattivissimo, veloce, senza pause che possano dare respiro. Un pezzo che è come uno schiaffo inaspettato, un colpo alla testa che ti sveglia improvvisamente. “Non se ne parla”, primo singolo estratto, con un ritornello che non perdona, è uno dei pezzi più forti e riusciti del disco. “Sigarette” è un mero attacco agli altri cantanti, popstar comprese, colpevoli di fare “solo fumo” e di essere “tutti e nessuno”. Con “No comment”, invece, Gemitaiz & Madman se la prendono con i media e con tutti coloro che scrivono falsità sul duo: “Fra’ con la tua penna non mi sfiori, scrivi merda, quali notazioni. Guardati in che condizioni, prigioniero anche delle tue stesse convinzioni. Quanto sei ridicolo, fare l’infame per qualche spicciolo, mandarci al patibolo…

Kepler album

Dopo “Zitto e guarda”, brano che presenta un flow più melodico, arriva, a sorpresa, la romantica ma sofferta “Blue Sky”, dedicata ad una donna speciale, che tuttavia non è la fidanzata ufficiale. C’è, e si nota, lo zampino di Coez in “Instagrammo”, brano orecchiabile, dal sound fresco e divertente, che però parla di alcool e di droghe. Altro feauturing riuscitissimo, quello con Guè Pequeno, nella sfacciata “Sempre in giro” (in perfetto stile Club Dogo), che arriva subito dopo “Smokin’ Aces”, nella quale Madman dimostra le sue straordinarie doti di rapper-mitraglia. “Haterproof2”, secondo singolo di “Kepler”, di cui è uscito recentemente il video, è una sfida agli altri rapper, venduti al sistema, ripuliti, incoerenti: “Non vado al festival di Cannes ma faccio festival di canne. Restiamo persi tra le piante, fino a vedere i teschi tra le fiamme…Non c’è posto per te, il tuo flow nessuno lo aggiusta. Io non vado a c’è posta per te, ma scelgo di aprire la busta”. Undicesima traccia dell’album è “Il sesto elemento”, la cui forza sta nell’ottima base prodotta, ancora una volta, da PK. Quando però la noia sembra dover apparire da un momento all’altro, ecco che brani come “Eutanasia” (qui gran parte del merito va a Jake La Furia) e “Black Mirror (ft. Jay Reaper, con una base strumentale eccezionale), riportano il lavoro discografico ad un livello qualitativo elevato.

“Kepler” si chiude con tre tracce inaspettatamente soft e dal mood più chillin. “Drama” (realizzata con l’amico Clementino) spezza il ritmo proponendo sonorità dal gusto raggae, mentre “Diario di bordo” è forse la traccia più incompleta e meno convincente dell’intero album dal punto di vista del cantato. Gran finale con “I don’t care”, dal sound mistico, quasi esoterico, completamente diverso dal ritmo iniziale della prima traccia. Nell’insieme, il disco di Gemitaiz & Madman è potente, ben costruito e, nonostante qualche difetto dal punto di vista interpretativo e nella tecnica, si presenta come una vera e gustosissima alternativa al minestrone di proposte insipide del mondo hip hop odierno, sfamando la voglia di novità musicali e linguistiche degli adolescenti.

Silvia Marchetti

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