Festival del Giornalismo 2013, i giovani scelgono il web

©culturaeculture.it
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Si è aperta oggi la settima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo che si svolge a Perugia fino al 28 aprile 2013. Molti gli eventi in programma per la giornata di oggi. Questa mattina all’Hotel Sangallo si è svolto un incontro dal titolo “Free or pay. Come si informano oggi i giovani”, al quale hanno partecipato Matteo Grandi, direttore di Piacere Magazine, Alvaro Moretti, direttore di Leggo, Gianpaolo Roidi, direttore Metro, e Massimiliano Valeri della Fondazione Censis che ha spiegato, mediante una serie di dati, come si informano i giovani oggi.

Come si informano i giovani oggi? – Circa il 50 per cento degli italiani legge un libro all’anno. Questo fenomeno sta interessando anche la stampa tradizionale, come quotidiani cartacei e riviste. C’è stato inoltre un ridimensionamento della distribuzione della Free Press. Ma questo andamento negativo non interessa il web, sia per quanto riguarda la richiesta di informazioni sia per gli investimenti pubblicitari. Ad illustrare la situazione è stato Massimiliano Valeri del Censis.

«I nuovi media digitali si sono affiancati ai vecchi – ha spiegato Valeri -. Oggi è l’utente a spostarsi nel variegato sistema dei media per costruirsi una nicchia di contenuti si misura, una sorta di palinsesto personale. Il 24 per cento ha l’abitudine di cercare i contenuti sui siti web delle emittenti televisivi, mentre il 42 utilizza youtube. Si tratta soprattutto di giovani». L’altro aspetto centrale è che l’utente crea contenuti, utilizzando soprattutto i social network; sono iscritti a facebook i due terzi degli utenti che hanno accesso a internet. Nel caso dei giovani è saltata la gerarchia delle fonti informative, in quanto molti sono gli under trenta che si informano su facebook.

Questo andamento però ha non solo luci ma anche ombre, in quanto non sempre le fonti sono attendibili. Si stanno verificando due fenomeni: il nomatismo e il disincanto. «Oggi il 43 per cento degli under 30 non ha mai letto un libro, un quotidiano o una rivista», ha spiegato Valeri che ha aggiunto che «il rischio è quello che ognuno si costruisca un giornale su misura», facendo diventare i media uno specchio di informazioni e notizie che corrispondono alle nostre attese e alle nostre esigenze.

Per Alvaro Moretti, c’è una percezione sbagliata della free press, soprattutto nel settore della pubblicità. «Credo che si stia assistendo a un profondo cambiamento della free press  che si sta adattando agli enormi cambiamenti che si stanno verificando nella nostra società – ha affermato Moretti -. A Leggo per esempio abbiamo realizzato una serie di iniziative, come quella di dare  la  possibilità al lettore di scaricare sull’ipad la copia giornaliera; abbiamo inoltre creato una pagina che chiamiamo “focus”». E’ stato dunque alzato il livello della qualità: «Oggi siamo giornali veri, ma la pubblicità non percepisce questo dato», ha spiegato Moretti. Si è inoltre discusso della crisi del quotidiano cartaceo e in generale della stampa tradizionale.

Maria Ianniciello

 

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