PORTO, LA CITTÀ DI NICCOLÒ NASONI

PortoSarà poi vero che «nessuno è profeta in patria»? Se si pensa all’artista italiano Niccolò Nasoni (1691 – 1773), autore di opere di grande valore in Portogallo ma poco conosciuto nella sua terra di origine, sembrerebbe così. Porto, seconda città lusitana per importanza, deve proprio a lui buona parte del suo volto ed è strano pensare che la regione settentrionale del Paese conservi attualmente un numero così elevato di opere pittoriche, scultoree e, soprattutto, architettoniche firmate proprio da questo instancabile italiano.

Artista sicuramente eclettico, Nasoni nasce in Toscana verso la fine del Settecento e a poco più di trent’anni decide di trasferirsi a Porto. Ad accoglierlo è un luogo fatto di ripidi pendii a picco sul fiume (il Douro), di stretti e tortuosi vicoli, di acciottolato irregolare, di immancabili piastrelle dette azulejos e di barche a vela, che un tempo trasportavano botti del vino prodotto in loco, il famoso Porto. In un contesto di per sé affascinante, il giovane italiano riesce in breve tempo a dare sfogo a tutta la sua creatività, tanto da aver disegnato «il volto – così ha scritto il premio Nobel per la Letteratura José Saramago nel suo Viaggio in Portogallo – in cui una città si riconosce».

Solar de Mateus
Solar de Mateus

Ed è così che un po’ alla volta Porto si dota di innovativi edifici barocchi, di cupole di chiese affrescate così da generare, quasi su modello di Correggio, un’illusione di profondità e, ovviamente, della caratteristica talha dourada portoghese, di cui lo stesso Nasoni fa ampio utilizzo. Ma cos’è questa talha? Immaginate di entrare in una chiesa e di trovarvi di fronte così tante decorazioni e oro da sentirvi quasi soffocare. Questo è l’effetto che spesso genera la talha barocca, in sintesi legno intarsiato ricoperto di oro e presente come decorazione in innumerevoli edifici del nord del Portogallo.

Ma torniamo a Nasoni e partiamo dal primo lavoro a lui commissionato, ossia la risistemazione del Sé, la cattedrale cittadina. Oggi l’aspetto che più di tutti attira la nostra attenzione e sicuramente il grande loggiato sulla sinistra dell’edificio, fatto di tradizionali azulejos portoghesi uniti a un’inconsueta struttura barocca. A realizzarlo è stato proprio questo toscano, il quale, «cresciuto ed educato fra maestri di un’altra lingua e un altro modo di pensare – ha affermato sempre Saramago – venne qui ad ascoltare che lingua si parlava profondamente nel nord portoghese, e poi la trasferì alla pietra».

Ma l’edificio di maggiore impatto progettato e realizzato a Porto da Nasoni è sicuramente l’Igreja São Pedro dos Clérigos, la cui torre campanaria dai 225 gradini rappresenta, grazie alla vista strepitosa che offre sulla città, una delle principali attrazioni turistiche. Posta al termine di una prospettiva che da un livello più basso del piano stradale sale via via sino all’edificio stesso, la chiesa appare come rialzata, in una posizione che domina la sottostante rua dos Clérigos e che genera un forte impatto.

chiesa
Igreja São Pedro dos Clérigos

Una piacevole passeggiata tra le stradine del centro storico permette di apprezzare, poi, il palazzo vescovile così come gli affreschi e la talha della cattedrale, sempre dello stesso inarrestabile artista.

Se siete disposti, infine, a prendere l’auto e a percorrere circa 100 km nell’entroterra verso la Spagna, ecco che si può ammirare un altro gioiello di Nasoni, famoso in tutto il mondo perché stampato sull’etichetta del più noto vin rosé portoghese. Si tratta del Solar de Mateus, una dimora costruita intorno alla metà del Settecento, a soli 3 km da Villa Real e nei pressi della quale si produce l’omonimo vino. Preparatissime guide multilingue vi condurranno, quindi, all’interno dell’edificio, svelandone passato, misteri e valore artistico con un fare tipico dei portoghesi: disponibilità, gentilezza, semplicità nell’esposizione e quel pizzico di allegria che non guasta. Capolavoro del barocco sia per la movimentata facciata bianco-grigia che per i decori degli interni, la residenza signorile vi rapirà con i suoi soffitti intarsiati a mano, le porte in ciliegio e, soprattutto, una libreria con volumi dal Cinquecento a oggi. Appena all’esterno un parco curato sarà, poi, il luogo giusto per un po’ di relax in tutta tranquillità: benché si tratti di una residenza importante, il Solar non è infatti una meta presa d’assalto dai turisti. Bellezza paesaggistica, arte e storia si mescolano qui in un’atmosfera di pace e serenità. Un ottimo modo per chiudere il nostro tour alla scoperta di Niccolò Nasoni.

Valentina Sala



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