La sincerità che non ha vita facile

Amore_e_psiche_(1)Oggi, con questo mio editoriale, voglio riflettere con voi su un valore, che dovrebbe essere, secondo me, la guida di tutta la nostra vita. Questo valore si chiama sincerità che si lega, e non solo per rima, con onestà. La sincerità riguarda il singolo e il suo rapporto con gli altri individui; l’onestà invece nasce dalla sincerità e trova terreno fertile nella vita pubblica, dove raggiunge l’apice della sua esistenza. La persona sincera ha il coraggio di guardare negli occhi l’altro, anche quando le cose si mettono male, anche quando le parole, che si stanno per pronunciare, potrebbero ferire. Sincerità non va d’accordo con codardia, cioè con la paura di assumersi le responsabilità delle proprie scelte che possono essere dolorose perché indispensabili, necessarie per continuare il cammino intrapreso. Il sincero apparentemente non ha vita facile, perché il suo modo di interloquire nasce dall’istinto, dalle emozioni primordiali che non hanno nulla a che fare con la logica degli stratagemmi, delle frasi a effetto e con il timore del confronto. Per il sincero alla lunga tutti i mali vengono al pettine e – nonostante questo valore, antico quanto il mondo, non vada molto di moda –  alla fine l’atteggiamento sincero viene sempre premiato non dalle persone ma dalle circostanze, da quegli avvenimenti che sembrano casuali.

L’atteggiamento di questa testata è stato sempre all’insegna della sincerità; abbiamo fatto di questo valore il nostro punto di riferimento, perché crediamo che la correttezza alla lunga venga riconosciuta dai lettori. Come è successo per due importanti avvenimenti: le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 e l’Habemus Papam, quando a seguirci sono state migliaia di persone che, avrebbero potuto scegliere altre testate, invece hanno deciso di informarsi su Cultura e Culture, un giornale giovane che ha scelto la linea delle pubblicazioni quotidiane, oltrepassando forse per la prima volta (almeno sul web) in territorio meridionale i confini del locale per guardare sul nazionale con una nuova logica, e che si prefigge di andare oltre la notizia, per carpirne il senso. Cultura e Culture non sta necessariamente sui fatti, come molti di voi avranno potuto intuire, ma laddove c’è bisogno di seguire un evento lo fa senza se e senza ma, consapevole che potrebbe fare molto di più e sempre meglio. Ecco, una delle parole che ho spesso utilizzato da maggio, mese in cui è nata la Testata, è stata: miglioramento. Ci siamo infatti migliorati, strutturati, anche con scelte innovative che hanno portato molti collaboratori a intraprendere percorsi diversi dal nostro. A loro va il mio ringraziamento e l’augurio per una vita all’insegna della soddisfazione personale e dell’amore. Ma noi guardiamo avanti, rinnovando il nostro staff – che si arricchisce di giornalisti, che prendono seriamente l’informazione, perché consapevoli che abbiamo il gravoso compito di formare con le nostre notizie, approfondite e non, le coscienze collettive – e di professionisti di altri settori che con le loro rubriche valorizzeranno ancora di più questo progetto. La sottoscritta, in qualità di direttore editoriale e responsabile, e l’editore, Carmine Caso, credono che un progetto tragga la sua forza da una missione (o mission utilizzando il termine anglosassone) chiara, precisa…

E che quest’ultima a sua volta nasca da una visione. Tutti i progetti prendono vita da una visione, proprio perché l’essere umano ha la grande capacità di immaginare, di creare la propria vita con la fantasia. E noi ci affideremo proprio a essa per dipingere la redazione che vogliamo, il giornale che vogliamo. Stiamo già chiudendo gli occhi per abbandonarci alla creatività, anzi li abbiamo chiusi da un pezzo. Vi chiediamo solo di avere fiducia, di aiutarci  con i vostri commenti, anche con le critiche, per  migliorarci sempre di più…

GRAZIE!

Maria Ianniciello

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