MODIGLIANI, SOUTINE E AGLI ARTISTI MALEDETTI

Amedeo Modigliani, Fanciulla in abito giallo, 1917 - © Pinacothèque de Paris
Amedeo Modigliani, Fanciulla in abito giallo, 1917 – © Pinacothèque de Paris

Si inaugura oggi a Palazzo Reale la mostra “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter”:  oltre 120 le opere in mostra per ricostruire il percorso degli  artisti che vissero a Parigi nel quartiere di Montparnasse agli inizi del ‘900: Modigliani, Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e molti altri. La mostra, in programma a Palazzo reale dal 21 febbraio al’8 settembre 2013, è promossa dall’Assessorato alla Cultura, Moda e Design del Comune di Milano, Palazzo Reale, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.

Le opere in mostra risalgono tutte ad un periodo affascinante e fondamentale della storia dell’arte. Periodo che di lì a poco verrà definito bohémien e che, come scrive il curatore Marc Restellini, vede «questi spiriti tormentati» esprimersi «in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non è polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale; semplicemente, è a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualità e i sogni propri a ciascuno di loro. Ed è a Parigi, ‘l’unico luogo al mondo in cui la rivolta ha il diritto di cittadinanza’, prima a Montmartre e poi a Montparnasse, che quegli artisti – tutti ebrei – si sono ritrovati per tentare la sorte».

Chaïm Soutine, La pazza, 1919 circa - © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset - © Chaïm Soutine by SIAE 2013
Chaïm Soutine, La pazza, 1919 circa – © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset – © Chaïm Soutine by SIAE 2013

Ed ebreo era anche Jonas Netter, una figura fondamentale per gli artisti in mostra, senza il quale molti tra loro non avrebbero avuto di che vivere e dipingere: il percorso espositivo mette a confronto i capolavori acquistati nell’arco della sua vita da Netter, che, affascinato dall’arte e dalla pittura, diventa un estimatore illuminato e un acuto riconoscitore di talenti.

Netter conosce Modigliani, Soutine, Utrillo ed entra in contatto con Valadon, Kisling, Krémègne, Kikoïne, Hayden, Ébiche, Antcher e Fournier. Di Modigliani Netter ama soprattutto i volti femminili stilizzati su lunghi colli affusolati, come Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) del 1917-18 e Fillette en robe jaune (Portrait de jeune femme à la collerette) del 1917, entrambi esposti insieme a Portrait de Zborowski del 1916 e Portrait de Soutine, anch’esso realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che stringono una solida amicizia, al punto che è proprio Modigliani a presentare a Netter Soutine. Di Chaim Soutine sono esposti in mostra oltre venti olii – una vera e propria mostra dentro la mostra – tra cui L’Homme au chapeau, L’Escalier rouge à Cagnes e La Folle.

Amedeo Modigliani, Ritratto di Soutine, 1916 - © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset
Amedeo Modigliani, Ritratto di Soutine, 1916 – © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset

Allo stesso modo Netter scopre i quadri del cosiddetto periodo bianco di Utrillo, soprattutto vedute, tra le quali in mostra Place de l’église à Montmagny, Église de banlieu e Rue Muller à Montmartre. Netter decide di proteggere questo eterno fanciullo disincantato, preda sin dall’adolescenza dei fumi dell’alcool, innamorato della madre, Suzanne Valadon, valente e originale pittrice, anche ella presente con le sue opere in mostra, come Ketty nue s’étirant o Église de Neyron. Corrado Augias, autore di una monografia sul genio creativo e la vita di Modigliani, commenta il percorso della mostra nell’audioguida – disponibile in biglietteria e inclusa nel prezzo del biglietto – nonché in un video proiettato all’interno del percorso espositivo. L’ingresso alla mostra “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter” prevede una tariffazione nuova con riduzioni per molte categorie di visitatori, tra cui le famiglie.

CINEMA – Presso il MIC – Museo Interattivo del Cinema di Viale Fulvio Testi 121, dal 15 al 29 marzo, l’Assessorato alla Cultura, Moda, Design ha voluto realizzare, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana, un omaggio cinematografico intitolato “Modì tra arte e cinema” e costituito da tre pellicole dedicate ad Amedeo Modigliani: Modì, Vita di Amedeo Modigliani,  ritratto dell’artista toscano tracciato da Franco Brogi Taviani, in tre puntate; I colori dell’anima di Mick Davis, con Andy Garcia (2004); e il documentario Le Vere False Teste di Modigliani del regista toscano Giovanni Donfrancesco, che ricostruisce la vera storia della nota beffa ordita da tre studenti ai danni del mondo dell’arte.

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