INTERVISTA A MACBETH

Un’intervista sui generis al personaggio più ambiguo delle tragedie di Shakespeare: Macbeth. Biography of a killer, nella Scatola Magica del Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 18 al 23 febbraio 2013 (con due recite aggiuntive il 19 e 20 marzo), ideato e diretto da Laura Pasetti, produzione del Charioteer Theatre di Morayshire (Scozia), vede in scena un giornalista alle prese con la figura-simbolo delle abiezioni di cui è capace un uomo in nome del potere e con il racconto della sua storia, durante gli ultimi giorni dell’assedio al castello di Cawdor.

Trasgressione, cupidigia, inganno, illusione. Quattro parole chiave per una tragedia, quella del generale Macbeth, capace di suscitare ogni volta interrogativi profondi sul lato oscuro dell’essere umano. Le scene più importanti del dramma verranno recitate nella lingua del Bardo, costituendo uno stimolo linguistico, capace di valorizzare il verso ed esaltarne l’efficacia. L’attore che interpreta il giornalista si rivolgerà in inglese contemporaneo a Macbeth mentre commenterà in lingua italiana alcuni dei momenti più significativi della tragedia, agevolando la comprensione dei giovani.

Macbeth rivive il precipitare degli eventi che l’hanno trascinato in una spirale delittuosa, divorato da una sfrenata ambizione e al tempo stesso dilaniato dal rimorso per gli efferati crimini di cui è artefice. L’incontro con le streghe, il regicidio organizzato con la moglie, la pazzia di quest’ultima, il bosco che “cammina” sono solo alcuni degli episodi emblematici che costellano la folle vicenda per la conquista di un trono di sangue, in cui gli eventi soprannaturali incarnano le angosce umane.

Lo spettacolo vuole fornire tra gli altri uno spunto di riflessione sulla natura dell’uomo, la cui esistenza precaria e incerta è ben definita dalle parole di Shakespeare: «La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla».

 

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