MONI OVADIA AL CARLO GESUALDO DI AVELLINO

Moni Ovadia

Moni Ovadia

In occasione della giornata della Memoria, al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino arriva Moni Ovadia “Senza Confini. Ebrei e Zingari”, in scena venerdì 25 gennaio alle 21 e in replica per le scuole sabato 26 alle 10.30.

“Senza Confini. Ebrei e Zingari” è il concerto-spettacolo contro ogni forma di razzismo che lo scrittore, attore, drammaturgo e compositore Moni Ovadia e la sua Stage Orchestra, hanno deciso di portare ad Avellino per il secondo appuntamento del cartellone di Teatro Civile del “Carlo Gesualdo”.

Una due giorni rivolta non solo al pubblico adulto ma anche ai giovani studenti delle scuole della provincia di Avellino per non dimenticare l’orrore e la violenza vissuti dal popolo ebraico e dalle minoranze zingare durante il secondo conflitto mondiale. “Senza Confini. Ebrei e Zingari” sarà un melting pot di emozioni. L’amore per la battuta, il sarcasmo, la poetica e le storielle della tradizione giudaica si fonderanno in un unico grande spettacolo accompagnato dalle musiche che attraversano i popoli e i territori dell’Europa dell’Est, creando un mix originale e coinvolgente, appunto, senza confini.

Moni Ovadia

«Il Teatro “Carlo Gesualdo” dimostra di essere sempre più sensibile ai temi dell’attualità e dell’impegno civile – spiega il presidente dell’Istituzione Teatro comunale, Luca Cipriano –. Per questa ragione abbiamo pensato di celebrare la Giornata della Memoria nel ricordo delle vittime delle atrocità naziste con un attore, scrittore e drammaturgo del calibro di Moni Ovadia, ambasciatore universale dell’amore tra i popoli e paladino della dignità dell’essere umano. Un momento di grande riflessione all’insegna del grande teatro civile che da diverse stagioni compone il variegato cartellone del Carlo Gesualdo».

Le storie e i canti di Rom, Sinti ed Ebrei vogliono mettere in risalto la comune vocazione delle genti in esilio che proviene dal passato e che vuole essere un piccolo contributo contro ogni forma di razzismo nella convinzione che il teatro civile possa e debba scardinare conformismi e meschine convenienze per proclamare a gran voce la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni essere umano.

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